SOURCE CODE

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Usa. Si risveglia sul treno senza avere la minima idea di dove si trovi.
Cosa ci faccio sul treno dei pendolari per Chicago? E perchè mai la mia avvenente dirimpettaia di poltrona Christina (Michelle Monaghan), che non conosco affatto,  si ostina a chiamarmi Sean?

Nello specchio vedo un altro uomo e sulla carta d'identità risulto lo sconosciuto insegnante Sean Fentress.

Eppure io sono il capitano Colter Stevens (Jake Gyllenhal), pilota di elicotteri di stanza in Afghanistan.
Poi l'esplosione, che squarcia il convoglio.

Ma il giovane pilota non è morto visto che l'ufficiale (donna) Goodwin (Vera Farmiga) da un monitor lo informa che dovrà tornare sul treno per identificare l'attentatore e prevenire un successivo, più devastante attacco.

E ogni volta che farà ritorno sul treno avrà solo 8 minuti a disposizione.
Di più non gli è dato sapere, la missione è top-secret, il suo nome: “Source Code”.

SOURCE CODE diretto dal talentuoso regista Duncan Jones (MOON) ( il pargolo del Duca Bianco David Bowie) è un convulso ed elettrizzante fanta-thriller, dal ritmo indiavolato e l'adrenalina a secchi tra bombe e conti alla rovescia.

Inutile cercare una spiegazione in una trama tanto strana quanto ingegnosa ed accattivante visto che non tutto torna o è comunque volontariamente talmente complesso da scoraggiare chi si accingesse all'impresa, ma rientra nei patti della fisica piegata alla fantascienza filmica.

Peccato che la bella Vera F(arm)iga sia nascosta nella marziale divisa.

L'allibito Gyllenhal,  che chiuso in una molteplicità di dimensioni temporali  deve risolvere, oltre ai suoi numerosi problemi, anche quelli dell'umanità, è costretto a salire sullo stesso treno nove volte in meno di mezz'ora.

In Italia non ci sarebbe riuscito: il solito sciopero dei Cobas avrebbe fermato tutto.