ACT OF VALOR

Filippine, giorni nostri. Il camioncino dei gelati, alla cui guida c'è un terrorista ceceno ribattezzatosi Abu Shabal, entra subdolamente e vigliaccamente nell'Ambasciata degli Stati Uniti in mezzo a innocenti bambini e fa saltare in aria l'intero compound.

Frattanto in Costa Rica un'agente della CIA (Roselyn Sanchez) sotto copertura studia i movimenti di uno, all'apparenza, dei signori della droga più potenti del mondo, il boss ucraino detto Christo.

Quando il capo missione viene ucciso e la donna catturata dagli uomini di Christo e torturata affinché riveli informazioni sulla sua missione, una squadra di Navy SEAL, le truppe speciali della marina americana, entra in azione per liberarla.

L'operazione è cruenta, lo scontro a fuoco non è privo di feriti gravi, ma le informazioni in mano all'agente fanno emergere un quadro decisamente più preoccupante, in cui i rapporti fra il terrorista e il trafficante non sono improntati allo traffico di droga ma preludono, grazie ad ordigni micidiali quanto difficilmente rilevabili ai controlli, a un nuovo e più possente 11 settembre, con l'intento di seminare morte e terrore.

Il silenzio della notte, nascondersi nel buio, immeggersi nell'acqua e l'ansimante respiro di chi ha delle vite da salvare mettendo in gioco la sua di vita fanno di questo ACT OF VALOR  un vero film di guerra, un misto tra un film d'azione, un dramma e un documentario.

Regia mozzafiato, a cura dello sceneggiatore di 300 e due ex-stuntmen convertiti alla regia, danno luogo a un film vero, crudo e spudorato di chiara e vera propaganda pro Usa, che può disturbare qualche parolaio da talk show., effettuando miscelando varie figure di "cattivi" internazionali (ceceni, signori del cartello della droga, fanatici musulmani, ect. ect.).
Un mix perfetto di sentimenti ed esplosioni, la guerra è spietata ma volontaria, è una scelta, sapere da che parte stare, e non una condanna.

Ci sono vinti e vincitori, per mano di persone dentro una uniforme e dietro un mirino pronte a tutto per la loro missione, pacifica o no, giustificata o no. E comunque vada finisce male, ci sono morti, sangue ed esplosioni, si vedono morire amici e nemici o semplici compagni, alcune persone si salvano solo se altre se ne uccidono...

Non dovremmo vergognarci di tifare per i buoni visto che li vogliamo nel silenzio della notte, nascondersi nel buio, immergersi nell'acqua con l'ansimante respiro di chi ha delle vite da salvare mettendo in gioco la propria, per difendere la libertà con cui si riempiono la bocca i pacifondai mentre giocano nel buio della loro rassicurante cameretta di Barbie.