DA GRANDE

Marco (Joska Versari) è seccatissimo anche se proprio oggi compie otto anni. Sia mamma Anna (Ottavia Piccolo) sia papà Claudio (Alessandro Haber) si sono dimenticati il regalo.

Sarebbe meraviglioso poter diventare grande subito, non far più da baby-sitter alla sorellina e poter dire ti amo alla graziosa maestra Francesca (Giulia Boschi).

Lo sforzo di volontà è miracoloso, desiderio esaudito: un misterioso colpo di luce lo trasforma in un baldo quarantenne (Renato Pozzetto), anche se  con cervello, abitudini, sensibilità di un ragazzino di otto, e lo trasferisce a casa della sua bella.


Ahilui, il ragazzone scopre che papà ha per amante proprio la sua insegnante e che i genitori disperati lo cercano dappertutto.

Meglio tornare bambino.

DA GRANDE, diretto dal figlio d'arte Franco Amurri (il padre Antonio praticamente si può considerare l'inventore del varietà televisivo), è una favola gentile, una commediola italiana garbata e simpatica,  pervasa da
una comicità lieve e surreale, miracolosamente priva di volgarità, adatta alle corde comiche di Renato Pozzetto, qui in una delle sue più felici caratterizzazioni (anche se non la più divertente).

Un film onesto, senza alcuna velleità, se non quella di mostrare allo spettatore quanto l'innocenza e la semplicità di un bambino, intrappolato nel corpo di un adulto, possano far sì che il protagonista, oltre a essere unico, stupisca chi gli sta attorno, facendolo sembrare quasi un alieno (buono, gentile, fenomenale con i bambini e senza alcuna malizia). Ovviamente, a rendere il tutto piacevole e persino credibile, ci pensa Pozzetto, con un'interpretazione sopra la media. Finale eccessivamente favolistico.

Molto, anzi tutto, in comune con l'americano Big (1988) di Penny Marshall con Tom Hanks, ma nessun plagio: è stato girato l'anno prima.

Di solito siamo noi a fotocopiare. Prendiamo un film americano e lo rifacciamo, vediamo un telefilm e lo scimmiottiamo, in questo caso è successo esattamente il contrario. Piccola medaglia sul petto.