BAMBOLA

Comacchio. La monumentale mamma (Anita Ekberg) muore lasciando ai figli, la procace Mina detta Bambola (Valeria Marini) e il gay Flavio (Stefano Dionisi), la capra Amalia e una stamberga sulle palafitte, trasformata in pizzeria con i quattrini del panzone Ugo: specialità margherite e anguille.

All'Acquapark la burrosa ragazza si lascia circuire dal fusto Settimio (Manuel Bandera), che uccide accidentalmente il geloso pigmalione e finisce dentro. La pettoruta bionda gli fa visita in galera e in parlatorio resta affascinata dal rude galeotto Furio (Jorge Perugorrìa):il macho la convince a un incontro intimo nella camera blindata accendendole dentro la fiamma del peccato, mentre nell'altra cella flirtano Flavio e Settimio.

Tragedia e sangue dietro l'angolo.

BAMBOLA è un insulso, insensato e volgarissimo fumetto erotico che nelle mani grezze del provocatorio regista catalano Bigas Luna da un risultato finale che sfocia nel grottesco involontario, con dialoghi e sequenze a dir poco imbarazzanti, su tutte quella dell'anguilla usata a mo' di dildo ittico.

Impossibile giudicare la statura artistica dell'imponente e seminuda Valeriona nazionale, burrosa come mai, che ce la mette tutta per essere sexy: quando non si strofina addosso le anguille, sta sempre sdraiata o carponi.



Non da meno la caratterizzazione del fidanzato di Bambola, diventato gay dopo esser stato sodomizzato in galera . Il film accumula assurdità e morbosità da quattro soldi fino allo sconcertante finale, guadagnandosi un posto d'onore nel cinema trash.

Forse salvabili solo gli affascinanti esterni. Però anche il corpo della Marini sarebbe da rivalutare.