CODICE GENESI


Stati Uniti, in un futuro non troppo lontano, circa 30 anni dopo l'ultima guerra.
Lo scorbutico e taciturno Eli (Denzel Washington) dalla pelle d'ebano cammina di buona lena da trent'anni, direzione ovest, attraversando in solitudine la terra desolata che un tempo era l'America.
E' partito dopo la terrificante esplosione atomica che ha lasciato solo morte, distruzione e acqua razionata.

Intorno a lui città abbandonate, autostrade interrotte, campi inariditi, i segni di una catastrofica distruzione. Non c'è civiltà, né legge. Le strade sono in mano a bande che ucciderebbero un uomo pur di togliergli le scarpe, o per un po' d'acqua… ma anche senza motivo. Ma non possono far nulla contro questo viaggiatore.

Occhialoni scuri, barba incolta, zainetto in spalla e poca voglia di scherzare, fa secchi, a colpi di maxi-machete, tanto per gradire, sei maldestri rapinatori, come un ninja post-atomico, ben prima che si accorgano dell'errore fatale che hanno commesso. Cadaveri che raddoppiano al successivo scontro. Guerriero non per scelta ma per necessità, Eli cerca solo la pace.

Il taciturno viandante arriva quindi nel villaggio, popolato da ladri ed assassini, controllato dal sadico Carnegie (Gary Oldman), compagno della dolce cieca (Jennifer Beals), patrigno della più ribelle Solara (Mila Kunis) e gestore del saloon dove si riuniscono i più brutti ceffi in circolazione.
Guarda caso il tiranno cerca un libro rarissimo, forse ce l'ha proprio il forestiero. Prendetelo!!

Questo fumetto futuribile, sospeso tra fantascienza e avventura, non è un film facile. Il titolo è banalizzante e troppo rivelatore al contempo rispetto all'originario "The Book of Eli". Non è facile da definire e non sarà facile neppure per lo spettatore predisposto al genere 'post-catastrofe', quello della millesima esplosione atomica cinematografica, così come si è venuto declinando negli ultimi anni. Perché qui la commistione è forte. A partire dalla scelta cromatica che permea tutta la vicenda e che si rivela particolarmente insolita.
In cui si inserisce immediatamente la figura dell'eroe, del cavaliere solitario (anche se procede a piedi) che ha dalla sua la potenza di un sapere ormai perduto e che il Male (un Gary Oldman ormai specializzato in ruoli da malvagio) vuole ottenere per sé. Eli conosce la Parola ma sa usare le armi per difenderla e difendersi procedendo verso un finale in cui, di tappa in tappa, si procede verso uno sguardo sempre più interiore.


"Codice Genesi" non è un film facile anche perché miscela stili narrativi diversi. Alla scene di azione violenta, dove il protagonista ammazza con le più svariate armi (spadone, revolver, mitraglietta e bombe a mano), si succedono in più di un'occasione dialoghi corposi quasi si volesse prestare attenzione a un pubblico molto diversificato.
I fratelli Hughes, alla regia, danno vita a un film che costruiscono tutto intorno a quello che una parte dell'umanità ritiene essere "Il Libro" di cui la memoria non dovrà mai essere smarrita. Gli Hughes propongono in materia una curiosa occasione di riflessione.