LO CHIAMAVANO TRINITA'

Far West, fine Ottocento. Trinità (Terence Hill), pistolero giramondo senza meta, indolente, smilzo e perennemente affamato, si trova davanti, con grande sorpresa, il mastodontico fratello che, per ironia della sorte, si chiama Bambino (Bud Spencer).

L'omone, che è addirittura diventato sceriffo di uno sperduto villaggio, si serve della stella di latta appuntata sul petto per rubare, nel tempo libero e assolutamente indisturbato, il bestiame.

Capitati per casoin mezzo a una pacifica e laboriosa comunità di mormoni, i due fratelli non esitano ad autonominarsi loro paladini, prendendone le difese contro i soprusi del vicinato, tanto più che lì si mangia gratis e c'è abbondanza di belle signorine.

E giù botte quando arriverà il malvagio prepotente, con annessi tirapiedi.

LO CHIAMAVANO TRINITA' è il prototipo del fortunatissimo e interminabile filone del fagioli-western, inventato dal romanissimo Enzo Barboni, che per anni si celerà, per ragioni di mercato, sotto l'esotico E.B. Clucher.

L'italico regista fa il verso ai classici americani di John Ford e simili e al filone serioso del grande Sergio Leone ma esorcizzandone la violenza congenita in cadenze ridanciane e agresti.

Scanzonato, ironico e ricco di trovate, si affidava alla simpatia di una coppia che poi solo l'inflazione e miriadi di pessimi imitatori senza vergogna ha rischiato di rendere intollerabile.

Non per noi, bambini degli anni '70.

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