LA RICERCA DELLA FELICITA'

San Francisco, 1981. Il cocciuto Chris Gardner (Will Smith), brillante quanto sfortunato venditore, si è indebitato per comprare uno stock esagerato di scanner per misurare l'intensità ossea, ma non riesce a piazzarne neanche uno.

Padre affettuoso di Christopher (Jaden Smith), un vivace bambino di cinque anni, e marito di una scontrosa compagna operaia, Linda (Thandie Newton), Chris fatica a sbarcare il lunario. La moglie, incapace di reggere la crisi e stufa di una vita in rosso, se ne va a New York, accettando di lasciargli il piccolo.

Rimasto solo Chris cerca tenacemente e ottiene miracolosamente un posto da stagista non retribuito presso una società di consulenza finanziaria, la prestigiosa Dean Witter, lasciapassare per diventare broker: solo uno dei venti sarà assunto.

Senza stipendio, sfrattato dall'appartamento e poi dalla stanza di un infimo motel, Chris e il suo bambino cercheranno di sopravvivere dormendo nei ricoveri per i senza tetto o nei bagni pubblici della metropolitana. Intanto riesce a vendere qualche apparecchio, giusto per sopravvivere.

Indossando sempre il suo abito migliore e l'orgoglio di chi non vuole mollare, fino a che finalmente la fortuna si gira dalla sua parte e Chris troverà una porzione di felicità.

Avvincente e toccante storia drammatica, condita con furbizia e zucchero, nell'esordio americano di Gabriele Muccino, che lascia a casa il suo cinema d'interni, di famiglie borghesi in crisi e di dialoghi urlati, accelerati e quasi sempre travolti dalla musica, e racconta, accompagnato dalla voce fuori campo del protagonista, la storia (vera) di un sognatore deciso a conquistare la felicità a passo di carica.

La sceneggiatura solida procede per accumulo di disgrazie, sfiancando lo spettatore fino all'happy end "in discesa", che risolve la vita dei protagonisti e muove alla commozione.

Will Smith, nella parte del padre che resta e decide di sognare per sé e suo figlio, realizzando l'ambizione di afferrare un po' della felicità del titolo, è bravissimo.
Padre anche nella realtà dello scricciolo Jaden, perfetto figlio d'arte.


Ispirato dalla storia vera di Chris Gardner, Muccino sogna in italiano il sogno (materialista) americano.