SHOOTER

Filadelfia. Faranno fuoco da qui, avverte l'ex sergente dei marines Bob Lee Swagger (Mark Wahlberg), militare pluridecorato e cecchino infallibile, che vive in esilio dopo una missione militare andata male, con morte del commilitone.

Il ruvido soldato è stato convinto ad abbandonare la sua ricerca di pace e serenità dal colonnello dell'Fbi Isaac Johnson (Danny Glover) e a tornare in servizio dopo tre anni proprio per sventare l'annunciato attentato al presidente.

Ma che succede? Un fucile di precisione fa secco il vescovo etiope, a fianco della vittima designata. E un bolso poliziotto spara due colpi a bruciapelo al marine.

Che pur ferito, riesce a svignarsela per subito apprendere dalla tv di essere ingiustamente accusato di essere l'autore del sanguinoso complotto contro la Presidenza degli Stati Uniti d’America. Insomma, un ricercato.

Ferito gravemente e braccato, Swagger dovrà cercare di sopravvivere e capire chi ha cercato di incastrarlo. Troverà due alleati:l'agente federale Nick Memphis (Micael Pena) e la bella vedova del compagno d'armi Sarah (Kate Mara).

SHOOTER di Antoine Fuqua è un aggrovigliato poliziesco fantapolitico ben realizzato sotto il profilo formale (fotografia, montaggio), ma poco originale.

Il tema dell’eroe solitario, onesto e gabbato dai potenti di turno, che lanciando tremendi sospetti sugli intrighi che infestano le stanze del potere, cerca e ottiene vendetta, è stato declinato numerose volte in passato: Swagger in questo senso si pone come perfetto mix tra Rambo, Jack Bauer di 24 e una puntatina nei "I tre giorni del Condor".

Mark Wahlberg, sempre bravo e perfettamente “nella parte”, riesce a dare la giusta profondità al proprio personaggio, spessore che invece, purtroppo, manca a tutti gli altri protagonisti della storia, in primis ai “cattivi”, che complottano, tramano nell’ombra e fanno il triplo gioco, ma che vengono rappresentati in modo insostenibilmente manicheo, con il solito senatore corrotto.

Shooter è un perfetto esempio del genere “uomo solo contro il Sistema malato” e lo spettatore non fa fatica ad affezionarsi a Bob Lee Swagger né rischiare di trovare inconcepibili alcuni escamotage narrativi atti a tenerlo in vita a dispetto di situazioni disperate.

La convenzionale regia, come dicevamo,  è di Antoine Fuqua, forse eccessivamente sopravvalutato ai tempi dell'ottimo TRAINING DAY, incapace ad offrire la benché minima soluzione originale che possa permettere a Shooter di elevarsi al di sopra dello standard medio offerto da altri action-movie.