INDEPENDENCE DAY

Usa, 3 luglio. Alla vigilia della festa dell'Indipendenza improvvisamente il cielo si oscura: si tratta di un'immensa astronave che si divide in più piccole ma sempre gigantesche (26 km di diametro) basi spaziali semoventi.

La gente scappa terrorizzata, mentre saltano per aria l'Empire State Building, il Golden Gate e che, affronto, anche la Casa Bianca.

L'invito alla calma lanciato dal Presidente Thomas J.Whitmore (Bill Pullman) non frena il disperato esodo.

Lo scienziato David Levinson (Jeff Goldblum) chiarisce tutto:questi sono aggressori galattici (mostruosi, afoni, telepatici e polipeschi).

Inutile la controffensiva dell'aviazione americana all'immensa astronave venuta da chissà dove, le loro tecnologie sono molto più avanzate delle nostre.

Finchè il giovane scienziato ebreo escogita un marchingegno per penetrare nel loro sistema di difesa e, il 4 luglio, anniversario dell'indipendenza (1776) dagli inglesi, gli americani, grazie al prode capitano nero Steve Hiller (Will Smith) passano al contrattacco, giocandosi il tutto per tutto, e li distruggono.

INDEPENDENCE DAY è un eccitante e chiassoso polpettone galattico, un giocattolo fondato sull'estetica dai costi probitivi e dai sensazionali effetti speciali (oscar), diretto da Roland Emmerich.

I pacifisti e i mistici dell'ecologia sono (giustamente) derisi. L'innocuo patriottismo di fondo ha fatto infuriare i critici "sinceramente democratici", facendoli cuocere nel brodo di bile.

Costato settanta milioni di dollari (+ venti per il lancio), è stato un successo planetario. Uscì da noi in 521 sale contemporaneamente, primato assoluto per l'Italia.

Insomma, uno spettacolo. Godibile. Alla faccia dei critici di sinistra.