MULHOLLAND DRIVE

Los Angels. E' sbarcata nella città degli angeli per cercare spazio nella vulcanica fabbrica dei sogni di Hollywood la timida biondina Betty (Naomi Watts).

La ragazza si installa nella villa della zia assente.

Qui trova ancora sotto choc (oltre che nuda) una vistosa bruna, autoribattezzatasi Rita (Laura Harring), reduce da un incidente stradale, la cui unica traccia è una borsetta piena di dollari.

Le due ragazze fanno presto amicizia e l'aspirante attricetta si premura di aiutare l'ospite a ricostruire la sua vera identità.

Mi ricordo solo un indirizzo: Mulholland Drive.

Sai che sei bella, certo anche tu, diamoci un bacio e qualcosa di più.

Intanto il regista Adam (Justin Theroux), dice di no alle persone sbagliate.

Inoltre è cacciato di casa dalla moglie fedifraga.

Forse è meglio assecondare i gangster che mi assillano per impormi una starlette per il mio nuovo film.

MULHOLLAND DRIVE è un thriller-noir del genio a corrente alternata David Lynch dalla nevrotica sceneggiatura, ma come tutti i film del maestro, va amato e seguito come si fosse in un sogno e quindi senza cercare troppe spiegazioni.

In pieno delirio onirico scambia e sdoppia i personaggi, mescolando realtà e finzione. La mora Laura Harring, molto fascinosa, ci mette la bellezza e la bionda Naomi Watts la bravura.

Roba da camicia di forza da cui non si esce con la pura logica. Però dietro la macchina da presa il regista si conferma un drago.

Progetto nato per essere una serie tv, mai andato in porto per ragioni di produzione. A questo punto Lynch compie un'operazione di rimontaggio per ricavarne un unico film.

La prima parte è ancora sufficientemente lineare per poi progressivamente ingarbugliarsi con aspetti sempre più labirintici ed enigmatici

Bello, intrigante, affascinante.

E' necessario cercare altro?

Bella la fotografia e la conturbante colonna sonora di Angelo Badalamenti.