NAPOLI SPARA!

Napoli. Fa il bello e il cattivo tempo il camorrista Santoro (Henry Silva), forte delle giuste protezioni e di scagnozzi fidati e senza scrupoli, taglieggiando la città.

Il commissario Belli (Leonard Mann), che combatte strenuamente contro la criminalità organizzata, è il suo nemico giurato.

La lunga e complessa battuta di caccia al bandito, intervallata nei ritagli di tempo dal tentativo di educare all'onestà lo scugnizzo zoppo Gennarino, alla fine si conclude con la cattura del malvivente.

Le mura della prigione non bastano e il temuto Santoro è di nuovo uccel di bosco.

Stavolta non serviranno le manette, piuttosto il piombo: la trappola è scattata.

NAPOLI SPARA! è un tardo poliziottesco non troppo riuscito che cerca di sfruttare, come si capisce sin dal titolo, l'enorme successo che ebbe NAPOLI VIOLENTA di Umberto Lenzi.

Come da tradizione, l'azione c'è, la violenza pure (sanguinose sparatorie, una decapitazione, un'evirazione...), ma in quanto a spessore, ci siamo poco, senza dimenticare l'evidente povertà di mezzi, con squallide location secondarie.

Inoltre si ha la sensazione di assistere ad una sorta di collage di sequenze slegatissime tra loro. Alcune di queste sono molto violente, giusto per pungolare gli spettatori, mentre altre si rifanno al folklore della sceneggiata napoletana.

Il granitico Henry Silva svolge il compitino in ruolo (monocorde) cucito su misura per lui, mentre lo sbiadito Leonard Mann non ha la faccia giusta per interpretare il poliziotto dai metodi spicci.

Il finale, quasi da lacrima-movie, appare alquanto fuori posto. Comunque come film di genere si lascia vedere.