
Per fargliela dimenticare, gli potrei presentare mia sorella Ottavia (Moira Orfei), propone il saggio Ottavio (Gianni Agus).
Ma la legittima e gelosissima consorte del triumviro, Fulvia, va su tutte le furie, sequestra il marito in cantina e lo sostituisce con il fratellastro Totonno (Totò), turpe mercante di schiavi, che lo rassomiglia come una goccia d'acqua, e lo spedisce ad Alessandria perchè rimetta le cose a posto con la maliarda.
Diretto dal non eccelso Fernando Cerchio, su soggetto e sceneggiature proprie, TOTO' E CLEOPATRA è una scassatissima farsa in costume che fa il verso, con perfetto tempismo, al contemporaneo e faraonico Cleopatra, con gli strascichi sentimentali degli interpreti Liz Taylor e Richard Burton.
E' uno dei sei film girati da Totò nel 1963, uno ogni due mesi, roba da stakanovisti.
Il Principe, che dà vita per l'ennesima volta a un doppio personaggio, si salva non solo grazie alla sua solita verve e alla solida classe, ma anche perchè ben servito da un cast in cui si fanno notare Gianni Agus, Carlo Delle Piane, Moira Orfei e la francese Magari Noël, lanciata dalla Dolce vita di Fellini.
Pur stanco e cieco (che pena vedere i suoi capelli grigi alle prese con copioni così nda) Totò propizia nuovamente il miracolo della comicità: il discorso di battaglia ai tebani in Totò contro Maciste («Tebani, abbiamo lance, spade, frecce, mortaretti, tricchitracche e castagnole. E con queste armi potenti - dico, potenti - noi spezzeremo i reni a Maciste e i suoi compagni, a Rocco e i suoi fratelli»), almeno quello, entrerà a buon diritto nelle antologie.