AUTUMN IN NEW YORK

New York, autunno (come da titolo). A quasi cinquant'anni, l'affascinante ristoratore dai capelli argentati Will Keane (Richard Gere), separato e prossimo nonno, coltiva ancora l'hobby della conquista a "breve".

Finchè nel suo locale incontra la dolce e fragile Charlotte Fielding (Winona Ryder), 22 anni, figlia di una defunta ex.
La ragazza, appassionata di poesia classica, decisamente più giovane di lui, potrebbe essere una delle tante che colpisce con il suo fascino.

Ma non è così.

La giovane donna lo costringe a rivedere il suo passato (compreso quello che l'ha visto tra i corteggiatori di sua madre).

Insomma fa breccia nel cuore del playboy, spiazzato per la prima volta davanti a una donna: innamorato. Cotto.

Mentre lui medita di cambiare vita durante le continue passeggiate nel parco appare un, a rompere l'idillio, un 'ma': lei soffre di una forma tumorale che ostacola gravemente il lavoro del cuore.

Ha poco da vivere.

E' Natale, come mi piacerebbe pattinare sul ghiaccio.

Tra abbandoni romantici e improvvise incapacità di responsabilizzarsi da parte di lui, si giunge all'epilogo che non è dei più lieti. Tranne che per un'appendice di paternità accettata.



Melenso melodramma sentimentale della regista cinese Joan Chen, che rinverdisce la "Love Story" di Ryan O'Neal e una Ali MacGraw quasi sconosciuti.
Storia abbastanza ruffiana, singhiozzi e foglie morte, che punta decisa a far piangere.

Non il miglior Richard Gere. Tranne che per femmine e cantanti, ovvio.