DARK TIDE

Sudafrica. Kate (Halle Berry) è una esperta subacquea e una grande conoscitrice di squali bianchi, tanto da avvicinarsi ai possenti animali senza protezioni.

Purtroppo grande è lo sgomento quando uno dei suoi più fidati collaboratori barra vecchio amico viene tranciato in due senza riguardo alcuno.

Kate, tormentata dal ricordo dell'attacco mortale, non riesce a riprendersi e ritornare alle immersioni.

Intanto le fatture e le bollette da pagare si accatastano e la banca vuole pignorare l'imbarcazione con la quale porta i (pochi) turisti interessati a vedere paciosi leoni marini e pacifiche foche, mentre tutti chiedono: "Dove si possono vedere i famelici squali?".

Proprio quando tutto sembra precipitare riappare l'ex-fidanzato Jeff (Olivier Martinez) con una opportunità redditizia: condurre alla ricerca di emozioni estreme un arrogante e scorbutico riccastro con figlio al seguito, vittima della spiccata personalità del genitore.

Combattendo contro i dubbi e le sue paura, Kate acconsente alla richiesta di far vedere da vicino il grande predatore.

L'Oceano però...

Impossibile guardare uno “shark movie” e non pensare al capostipite spielberghiano: qualunque successore esce sconfitto in partenza.

Per lo meno questo DARK TIDE, che più che un eco-vengeance sembra un documentario sulla bellezza dei fondali marini, può contare su una fascinosa Halle Berry e sul suo bikini, ma per il resto si tratta di una pellicola che gioca male le sue carte.

L’ambientazione è infatti suggestiva ed alquanto inedita, ma viene mal sfruttata da una storia che propina tutti i clichè possibili del genere.
Infatti, oltre a ben girate scene subacquee con veri squali, bisogna pagare lo scotto di una pellicola piuttosto banale, con le solite beghe sentimentali e l'immancabile trauma da superare.

Il finale rianima, ma non basta a risollevare il tutto dalla mediocrità.

Gli animalisti faranno a gara a chi l'ha visto più lungo (lo squalo), gli altri ammireranno Halle Berry.