ELYSIUM

Los Angeles, 2154 d.c. La Terra è diventata pressoché inabitabile; sovrappopolata ed inquinata, è stata lasciata in balia di se stessa da un elite di ricconi che se n'è fuggita su Elysium, lussuosa stazione orbitante la cui difesa è in mano ad una elegante quanto feroce Ministro, dai rari scrupoli (Jodie Foster), che fa abbattere tutte le astronavi in avvicinamento prive dei permessi necessari, spompate carrette volanti piene di umanità stracciona e disperata in cerca di salvezza.

Su Elysium c'è la tecnologia per guarire da ogni malattia (una veloce scannerizzazione nda), c'è il verde e le piscine, il benessere e il disinteresse per ciò che accade più in basso, sulla Terra, dove il resto dell'umanità, un'unica grande classe operaia, lavora ed è tenuta a bada con pugno di ferro attraverso robot.

Comprensibilmente, sull'impolverato pianeta, sono in molti a sognare Elysium.

Tra questi c'è Max (Matt Damon), operaio con precedenti penali, che ha un incidente nella catena di montaggio e viene esposto ad una quantità mortale di radiazioni. Gli rimangono più o meno 5 giorni di vita e l'unica tecnologia in grado di curarlo si trova...indovinate dove.

Per arrivarci senza autorizzazione e senza essere abbattuto prima dell'atterraggio occorrerà fare accordi con dei criminali. E poi c'è di mezzo un progettato golpe.

ELYSIUM del regista Neill Blomkamp (DISTRICT 9) sembra un action mascherato più che fantascienza, in cui qualche suggestiva scenografia che disegna l'interno della stazione orbitante (la classica ruota alla 2001) fa da contraltare ai set polverosi degni di un postatomico che dovrebbero rappresentare la Los Angeles del futuro, totalmente bilingue (spagnolo-inglese, mentre i ricconi parlano uno sciccoso francese) e colma di rifiuti.

Niente di nuovo sotto il sole, anche se i flashback di gioventù danno un senso di poesia a un film che in fondo è una metafora del vecchio e risaputo conflitto di classe, fino alla ribellione proletaria.

Anche qui la storia è naturalmente sbilanciata verso il mondo dei poveri, ritratto con ammirabile dettaglio e mania per la creazione di meccanismi vessatori, scenari disperati e incubi operai, prelevati da un immaginario che poco ha a che vedere con la fantascienza ma pesca a piene mani dal cinema più realistico e sociale, dipingendo, come da prassi falce e martello, i poveri come buoni con il cuore grande e i ricchi come cattivoni senza scrupoli.

Totale: se non particolarmente originale e dirompente dal punto di vista narrativo, il film possiede un forte impatto visivo, personaggi adeguatamente caratterizzati e le scene della sequenza di combattimenti (in pieno stile yankee, insomma bang bang) discretamente realizzate.

Vedibile.