PIRANHA 3D

Lake Victoria, Arizona. Come ogni anno per le "vacanze di primavera" ventimila studenti in costume da bagno e lattine di birra a catinelle (testoterone ed alcol, in pratica, ai massimi livelli) hanno riempito le acque del lago per la grande festa.

I giovani spensierati e disinibiti sguazzano allegri in quelle acque limpide (per il momento...) avendo in animo di divertirsi alla grande per una settimana di sole, mare e baldoria.

Sul posto c'è anche il regista Derek Jones (Jerry O'Connell) che è lì per girare delle porno riprese  e assolda Jake, un giovanotto del posto dall’aria un po’ sfigata, perché gli faccia da guida durante le riprese. Per il ragazzo è una specie di paradiso in terra, viste le discinte bellone a bordo dello yacht del regista, anche se la cosa lo mette un po’ in difficoltà con Kelly, l’amica per cui ha segretamente una cotta.

La mamma di Jake, Julie Forester (Elisabeth Shue), è invece una tipa tosta: è la sceriffa della cittadina. Assieme al suo assistente Fallon (Ving Rhames), si occupa delle ricerche del pescatore misteriosamente scomparso: i due trovano il suo cadavere scarnificato e si chiedono cosa possa averlo ridotto così.

Lo scopriranno presto, ma ciò non diminuirà i loro i guai.

Infatti sarà presto ben chiaro che una scossa tellurica sotterranea ha provocato una spaccatura nel fondale marino dalla quale sono fuoriusciti branchi di piranha preistorici, denominati Pygocentrus, che arrivano diritti diritti addirittra dal pleistocene; sono enormi, pieni di scaglie, hanno denti lunghi ed aguzzi, gli occhi rossi e una fame da “lupi” e c'è molta carne pronta per loro, carne giovane e fresca...

PIRANHA 3D diretto dal regista Alexandre Aja è un tripudio di sederi nudi e seni rifatti; carni, metaforicamente, da macello per i piranha preistorici che si dimostrano ben più intelligenti di un branco di adolescenti dal testosterone alto.

Il tutto servito, nella seconda parte del film, che comincia utilizzando toni da commedia giovanilistica, con scene di feroce splatter allo stato puro.

Da notare, come immagine sarcastica, quel pene solitario, staccato al malcapitato di turno, trucida sorte riservata al regista "trasgressivo", che veleggia, tridimensionale, verso lo spettatore...

Positiva la concisione del racconto, che non conosce lentezze o tempi morti, e il fatto che almeno stavolta l'uomo "cattivo" non abbia colpe (tranne la stupidità e , forse, un pò di zoccolaggine...) abbandonando la vena di critica ambientale e fantapolitica del ben più illustre predecessore.

Vivacità e brillantezza non possono però nascondere la risaputezza della storia che ripropone per l’ennesima volta situazioni già viste e riviste, anche se con i potenti mezzi odierni, con personaggi  poco approfonditi, lasciati alla bravura, quando c’è, dei singoli attori. Sotto questo profilo si segnalano la sempre piacente ed esperta Elisabeth Shue e il solido Ving Rhames. In piccoli camei si rivedono anche Christopher Lloyd (Ritorno al futuro) e Richard Dreyfuss.

Non è un capolavoro ma buon intrattenimento di genere questo sì!