LIVE! - ASCOLTI RECORD AL PRIMO COLPO

Los Angeles. Alla focosa Katy Courbet (Eva Mendes), uno dei responsabili della programmazione della losangelina rete televisiva Abn, mentre ancheggia da par suo, viene un'idea per caso, in una riunione di redazione, alla ricerca dell'idea buona per un reality che non abbia precedenti.

Perché non fare un reality con la roulette russa, da mandare in onda in prima serata?

Si scelgono sei persone, si prende una pistola con un solo colpo in canna e via. Faremmo ascolti record con spot a peso d'oro, altrettanto ossigeno per il nostro boccheggiante network. Convinti i riluttanti capoccia e aggirata la perplessità degli avvocati («è illegale»), si parte.

Scartati i moribondi e gli aspiranti suicidi, ecco, tra centinaia di questuanti, i sei temerari, quattro uomini e due splendide bionde, convinti da un assegno di cinque milioni di dollari a cranio. Il sesto, di cranio, sarà trapassato, pace all'anima sua, da una pallottola d'argento.
Fiato alle trombe, regia. Pum, pum, pum.

Ohibò, negli Stati Uniti il maledetto share si conosce in tempo reale, qui vola dal 19 al 59 percento, altroché il Superbowl, gongola la sensuale vamp, che avrà una brutta sorpresa.

Con LIVE! - ASCOLTI RECORD AL PRIMO COLPO, il documentarista premio Oscar Bill Guttentag elabora una previsione apocalittica contro il potere della televisione e di quello che potrebbe realizzarsi in un futuro prossimo, partendo dal concetto che da sempre l'essere umano ha una fascinazione per la morte e per la sua spettacolarizzazione.

L'uso della camera a mano - il film è girato come se fosse un documentario sui retroscena del mondo televisivo - acuisce il meccanismo caotico del dietro le quinte, offre un punto di vista sufficientemente originale sul processo mediatico e inasprisce il realismo e la componente satirica della pellicola.

Che manca il bersaglio visto che, anche se il film dovrebbe quantomeno solleticare gli istinti più bassi, non appassiona neanche un pò (anzi annoia), neanche quando i concorrenti si puntano la pistola alla tempia. In pratica il proposito è buono, ma è trasposto con una tale lentezza e con sequenze piene di dialoghi ripetitivi da portare lo spettatore a sbadigliare più di una volta.

Stretta negli abiti da spregiudicata donna in carriera, Eva Mendes dà luogo ad una recitazione un pò troppo sopra le righe.

Assurdo? Forse. Però il "Grande fratello" o "L'isola dei famosi" che durassero una sola puntata per improvvisa dipartita dei partecipanti...