INNAMORATO PAZZO

Roma. Re Gustavo di San Tulipe (Adolfo Celi) giunge in Italia con regina (Milla Sannoner) e figlia Cristina (Ornella Muti) per mettere insieme un pò di moneta sonante (hanno scelto proprio il Paese giusto!), visto che il suo staterello ha bisogno urgente di liquidi freschi.

La bella principessa, ragazza irrequieta e disobbediente, stanca delle formali cerimonie di corte, sfugge facilmente alle guardie del corpo dell'ambasciata per fare un bel giro nella città eterna e, fatti pochi passi, si ritrova sul bus guidato da tal Cecchini Barnaba (Adriano Celentano), conducente sorridente ed eccentrico.

Di fronte agli occhi languidi della prima rabbuiata e poi sorridente turista, ben volentieri il giovanotto si improvvisa cicerone.

Colpo di fulmine annunciato, malgrado l'abissale differenza di casta e la necessità del re di salvare lo stato dalla bancarotta (dando la figlia in sposa a qualche erede al trono). Ma un rimedio c'è: visto che papà non ha ottenuto il prestito, ci pensa lui a fargli trovare miracolosamente i quattrini.

E vissero felici e regnanti.

Sulle ceneri della commedia all'italiana, in un buonismo di fondo alquanto patetico, Adriano Celentano si dimena più del solito in una sciapa rifrittura pseudoumoristica dell'inarrivabile "Vacanze romane", con lo spettatore tipo (maschile) dell'epoca che si trova di fronte all'innato fascino di un Ornella Muti acerba (ma non troppo: ha 26 anni).

Qualche battuta birichina qua e là galleggia in uno stagno di banalità, dove si intravvede già, come nell'appello in TV "Oggigiorno non c'è da fidarsi di chi fabbrica cannoni" (più o meno il testo è questo), lo spirito qualunquista, nel mantra pacifista, che il molleggiato ci regalerà in futuro (ironia...) a reti unificate.