LA CHIAVE

Venezia, fine anni trenta. Il maturo Nino (Frank Finlay) insegna storia dell'arte mentre la ben più giovane moglie Teresa (Stefania Sandrelli) conduce una pensioncina alla Giudecca.

Il satiro si inebria con un diario da sporcaccione e fotografie senza veli alla dolce consorte, poi fa in modo che lei trovi la chiave del cassetto dove annota le proprie fantasie erotiche.

La ben più giovane signora prima lo imita con carta e penna, quindi passa a qualcosa di più offrendosi alle braccia (e qualcosa più in basso) del disponibile Lazlo (Franco Branciaroli), aitante fidanzato della figlia Lisa (Barbara Cupisti).

Ullallà quanta goduria dentro e fuori dal letto!!!

Con LA CHIAVE il veneziano regista Tinto Brass, genio riconosciuto del sesso sventolato, vernicia con maliziosa eleganza un classico della letteratura erotica giapponese, precisamente di Junichiro Tanizaki, già portato sullo schermo nel 1959 da Kon Ichikawa.

Il film fece epoca, anche se resta mistero capirne i motivi. A meno che non lo si consideri (più per intenzioni, date anche dall'allegorico titolo, che per fatti nda) come uno dei primi soft-porno (terreno di futuro lavoro del regista) che ha sdoganato la famiglia borghese, portando il sesso nelle comuni sale cinematografiche (addio alla squallida "Luce Rossa").



Insieme alla solita esposizione del campionario di rotondità femminili, con LA CHIAVE  il regista mette in scena la morbosa e funesta passione di un anziano per la moglie più giovane di lui, un canovaccio a quattro (marito, moglie, figlia e il di lei ganzo).

Senza dimenticare una trovata centrale (i diari che marito e moglie scrivono, non ignorando che l'uno leggerà quel che l'altro ha scritto), il motivo della gelosia come corroborante erotico, trasferendo l'azione in una suggestiva Venezia all'inizio del 1940, in un ambientazione di stampo fascista.

L'opulenta Stefania Sandrelli non lascia (per fortuna!) nulla all'immaginazione sbattendo in faccia allo spettatore tutto il ben di Dio con cui è stata generosamente equipaggiata.

Da lustrarsi gli occhi visto che la bella attrice, che è in gran forma, fa scorgere la patonza e ostenta tettone che innestano, inesorabili, fantasie facilmente immaginabili nelle menti degli allupandi ed allupatissimi spettatori di sesso maschile.

Censura permettendo.