Berlino. La graziosa Pascale (Corinne Cléry), moglie francese ricca e snob di un architetto tedesco che lavora in Africa, è
costretta, avendo perso l'aereo per Parigi, a pernottare in un albergo della città.
E perchè non soffermarsi dove era stata da ragazza, ossia in quel Kleinoff Hotel, pieno di ricordi (e di amplessi) da studentessa?
L'hotel è molto cambiato (ossia peggiorato) ed incuriosita dai rumori
provenienti dalla stanza adiacente alla sua scopre, spiando da una fessura, che il
suo vicino è un giovane barbuto, rumoroso ed inquietante. Oltre che nudo spesso e volentieri.
Qualche ora dopo scoprirà, avendo
ascoltato quasi morbosamente i suoi dialoghi con un'amica drogata e con un amico, che il
suo nome è Karl, è un terrorista, ed è stato incaricato di eliminare un
presunto traditore, Pedro (Michele Placido).
La curiosità diverrà così morbosa che porterà la gatta a lasciarci lo zampino.
Infatti, invaghitasi di lui, la donna comincia a pedinarlo durante la giornata successiva fino all'approccio nella maniera più
diretta possibile: penetrare nella sua stanza e insinuarsi nel suo letto.
I due si amano (almeno fisicamente) per un'intera giornata, ma quando la donna propone al baldo giovane di fuggire con lei, Karl, che già si è reso conto della
sconfitta personale e storica propria e del suo gruppo, si uccide mentre Pascal dorme.
Al
risveglio, la giovane borghese non si mostra troppo turbata, si riveste con calma
e corre all'aeroporto.
L'aereo l'aspetta.
KLEINOFF HOTEL è un film che fa parte della schiera degli erotici impegnati, dalla trama esile e senza eccessi, questa volta con gli anni di piombo sullo sfondo, che punta molto sull'aspetto psicologico della vicenda.
Incentrato sull'incontro casuale fra una snobistica borghese, un'affascinante Corinne Cléry, e un "soldato" della lotta di classe, un Bruce Robinson che si mostra costantemente come mamma l'ha fatto, il film ha, nella sua prima parte, intellettualistici anche se sfocati
riferimenti storico-politici alla tragica realtà del terrorismo, del
quale condanna l'inutilità come mezzo per la liberazione dell'uomo e la
lotta (armata) contro il potere cosiddetto borghese.
Bisogna ammettere che l'atmosfera cupa e silenziosa dell'alberghetto nel quale si svolgono quasi tutte le scene, alla lunga diventa alquanto tediosa ed opprimente.
Anche la tematica sessuale che accenna un po' anche al voyeurismo non è poi così stuzzicante o interessante e stanca già dopo venti minuti senza contare che nulla di quello che riguarda i protagonisti viene approfondito come invece sarebbe stato opportuno.