Il ragionier Fantozzi Ugo (Paolo Villaggio) è impiegato nella caserma lager dominata dal bieco direttore, conte Diego Castellani (Umberto D'Orsi).
Come se non bastasse in casa è afflitto dall'apprensiva moglie Pina (Liù Bosisio) e dalla mostruosa figlia Mariangela (Plinio Fernando).
Innamorato perso da sette anni della spocchiosa signorina Silvani (Anna Mazzamauro) è puntualmente scavalcato nella corte dal viscido e fascinoso Calboni (Giuseppe Anatrelli) nonostante i buoni uffici dell'inseparabile collega-amico Filini (Gigi Reder).
In un'ora e tre quarti si srotola una fucina di ilarità, con incidenti vari: sul campo da tennis come al tavolo da biliardo, alla festa per il Capodanno aziendale e al ristorante cinese, in campeggio e alla gita tra i vip a Courmayer.
Tratto dai romanzi di Paolo Villaggio e diretto da Luciano Salce, che a compito facile nell'adeguarsi alle esilaranti pagine del Villaggio scrittore, FANTOZZI è il primo film di una lunga serie, basata su un personaggio nato nel 1965 su un palcoscenico di Genova, collaudato nel 1968 in TV, passato in due best seller Rizzoli (1971-73).
Film che è un'irresistibile fabbrica di risate nella messa in scena dell'impietosa e acuta satira del travet umiliato e oppresso, ma sempre e comunque pronto a rialzarsi per rispondere immediatamente signorsi, senza dimenticare i graffi satirici sulla società italiana degli anni '70.
Si ride fino a sganasciarsi dalle risate, anche se si conosce il film a memoria, come quando uscendo come Lazzaro dal sepolcro di un cesso dov'è stato murato per 18 giorni, il ragioniere Fantozzi sogna di venir crocifisso in sala mensa e s'adatta a fare la triglia nell'acquario del megadirettore galattico.
Seguito da IL SECONDO TRAGICO FANTOZZI.