G.I. JOE - LA NASCITA DEI COBRA

Chissadove, in un futuro non troppo lontano. L'ufficialetto Duke (Channing Tatum) sta scortando, con i suoi uomini e il fido Ripcord, delle pericolose testate nucleari della MARS. Ohibò! Chi sono questi super ed invincibili nemici piovuti dal cielo comandati da quella splendida bruna (Sienna Miller) che ci stanno facendo a pezzi? E soprattutto da dove arrivano a toglierci le castagne dal fuoco questi altrettanto imbattibili soldati che sembrano l'unico rimedio?

Ragazzi sono il generale Hawk (Dennis Quaid), scandisce ai due titubanti superstiti l'alto ufficiale, e questi sono i G.I. Joe: una divisione militare segreta costituita soldati altamente qualificati impiegati dal governo per missioni semi impossibili.

La nanotecnologia ha fatto passi da gigante e consente al magnate della multinazionale MARS di vendere armi ai governi e contemporaneamente fornire le tecnologie di difesa da quelle armi, controllando così di fatto il mercato.
L'unico ostacolo sono proprio i G.I. Joe.

Saranno loro che tenteranno di impedire alla società di poter ricattare tutti i governi del mondo.

G.I. JOE - LA NASCITA DEI COBRA è il tipico esempio di cinema made in Usa fatto a tavolino, un blockbuster fracassone. Prendi dei giocattolini di culto, i G. I. Joe della Hasbro (l'azienda di Monopoli), costruisci un mondo di effetti speciali (notevoli), scegli attori amati dai giovanissimi (tipo Channing Tatum, il bel protagonista di Step Up o la bella Sienna Miller, in versione bruna e bionda), inventi una storia fantasmatica di sofisticate armi di distruzione di massa, instilli gocce di romanticismo tra soldati e soldatesse che sembrano usciti da una rivista patinata e condisce con qualche cinica battuta. Sulla scia di Transformers, insomma, ma senza il fascino della novità.

Anche se, pur annoiando, il film in questione è uno dei film tecnologicamente più importanti della stagione 2009 (prima che si affacciasse "Avatar" nelle sale, ovviamente!). Progettazione di interi ambienti virtuali, creazione di interi velivoli e di leggi della fisica ad hoc che ne regolino il movimento.

Nel film diretto da Stephen Sommers il nemico non è la guerra in sé, com'è ormai consuetudine nel cinema d'intrattenimento contemporaneo, essa è data per scontata anche perché i buoni sono una squadra speciale che con la guerra ci vive. Proprio come negli anni '60 il male sembra invece nascere dalla scienza militare, mentre la parte positiva del sistema battagliero sono i soldati, tanto che se i buoni sono guerriglieri scelti e superaddestrati come macchine i cattivi sono uomini ridotti al grado di robot da una tecnologia futuribile.

Sfrenato e dissennato, G.I. Joe racconta una trama esile esile, focalizzandosi molto sulla ricostruzione delle storie personali dei singoli personaggi, creando un universo nel quale muoverli (dotato di tecnologie futuribili e organizzazioni multinazionali) e facendo culminare il racconto con la definitiva strutturazione dei due poli: da una parte l'asse del male e dall'altra i protagonisti che diventano dei "Joe". Si crea così il presupposto per i prossimi film.

Insomma anche qui si rischia il secondo capitolo.