BASIC INSTINCT 2

Londra. Trasferitasi dall'assolata San Francisco a una City cupa e buia, la bionda scrittrice Catherine Tramell (Sharon Stone) è di nuovo nei guai con la legge.

Stavolta è accusata dell'omicidio a 200 all'ora del suo accompagnatore di turno da parte dell'ispettore di Scotland Yard Washburn (David Thewlis).

E' affidata per la perizia psichiatrica al Dr. Andrew Glass (David Morrissey), noto psichiatra con rimorso incorporato: in passato ha lasciato libero un uomo che avrebbe poi massacrato la propria fidanzata.

Come il detective Nick Curran prima di lui, Glass è affascinato dalla scrittrice mangiauomini e attirato in un gioco seducente.

Chi la spunterà?

BASIC INSTINCT 2 è un sequel in cui si è voluto decisamente strafare sotto tutti gli aspetti, a cominciare dal personaggio della scrittrice con istinti omicidi che da torbida, ambigua e fatale viene trasformata in una gran porca infoiata.

Si parte piuttosto alla grande con orgasmo da fuori strada (anche se il sesso mentre si guida velocemente non è poi questa grande novità), quindi si "naufraga" per tutto il resto del film.

Probabilmente nelle intenzioni doveva trattare il tema del “risk addiction” (dipendenza da rischio), ma il vero rischio è quello di addormentarsi

La componente thriller non ingrana e non coinvolge a causa di un ingarbugliamento della trama difficile da dipanare e dialoghi farraginosi che prendono troppo spazio.

Farlocco l’erotismo che sembra buttato dentro soltanto perché non se ne poteva fare a meno, imprigionando la Stone (che, malgrado le tette rifattissime, rimane comunque la più bella cinquantenne mai vista)  in un ruolo schiavo di moine e linguaggi artefatti, incapaci di trasmettere alcunché.

L'anonimo David Morrissey al cambio non vale Douglas e non resta che aggiungere l’inutilità nel guardarlo.

L'originale, anche se mediocre, aveva colto di sorpresa e a questo doveva il suo successo.

Il finale aperto non funziona come nel primo film.