LA SOTTILE LINEA ROSSA

Guadalcanal, Sud Pacifico, novembre 1942. Il ruvido colonnello Tall (Nick Nolte) è perplesso: come mai i giapponesi non hanno sparato neanche un colpo durante lo sbarco delle truppe a stelle e strisce?

Semplice, i musi gialli si sono asserragliati in cima alla collina.

Venite a prenderci, sembrano dire, mentre osservano i nemici che avanzano con cautela.

Nel plotone di marines guidato dal cinico sergente Welsh (Seahn Penn) si è infiltrato il disertore pentito Witt (Jim Caviezel), ma è un suicidio arrampicarsi lassù per conquistare la postazione, come fa notare il prudente capitano Staros (Elias Koteas) all'ambizioso superiore, vista la natura del terreno.

Si ritenga destituito, e ora all'assalto, miei prodi.

LA SOTTILE LINEA ROSSA è un crudele e prolisso dramma militar pacifista del redivivo Terrence Malick (ha girato il film dopo una sosta di vent'anni esatti nda), che mette i brividi con gli orrori della guerra.

Inutile ricordare che Guadalcanal fu la battaglia più difficile e cruenta della guerra nel Pacifico, per la natura del terreno, per l'importanza strategica attribuita a quella piccola isola, per la resistenza suicida dei soldati del Sol Levante.

Purtroppo si disperde cercando di star dietro ai troppi personaggi e riesce ad irritare nella pedante lezione di morale impartita dalla voce fuori campo.

Il regista, che dirige con uno stile personalissimo, traduce il pensiero dei soldati, ed ecco discorsi astratti sul bene e sul male, sull'amore, sul destino, tutto questo in mezzo alle battaglie.

Il cast, straricco, funziona benissimo, con interpretazioni che, quando non sono strepitose, mai sono meno di ottime.

Pellicola, infatti, di facce straordinarie, di sguardi intrisi di paura e smarrimento, di urla straziate di dolore profondo, di gesti piccoli e esagitati perfettamente inseriti nel momento e nel contesto.

John Travolta e George Clooney fanno una comparsata lasciando le rogne al magnifico Sean Penn e al sorprendente John Caviezel.