IL CASO THOMAS CROWN

Boston. Non corrisponde certo all'identikit del rapinatore tipo l'annoiato milionario (in dollari) Thomas Crown (Steve McQueen). Infatti ruba solo per l'ebbrezza del rischio visto che è ricchissimo di suo.

L'ultimo sensazionale colpo in banca, commissionato con geniale intuizione a complici tra loro sconosciuti, gli frutta la bellezza di due milioni e mezzo di dollari.

Prontamente depositati in un caveau a Ginevra, Svizzera.

Mentre il tenente Eddie Malone (Paul Burke) annaspa senza lo straccio di una prova, la bionda Vicki Anderson (Faye Dunaway), scaltra, elegantissima e seducente detective delle assicurazioni, lo inquadra subito: è stato lui!

Peccato che lo spregiudicato rapinatore, oltre che ricco, ha anche un discreto fascino.

IL CASO THOMAS CROWN è un gioiellino sixties fra sophisticated comedy, thriller investigativo e melò elegante.


Raffinatissimo e tecnicamente inventivo, di grande accuratezza formale, con uno Steve Mc Queen più cool che mai (corse in macchina e Persol d'ordinanza compresi) e una Faye Dunaway veramente bella.

Oltre che due attori di gran classe.

Divertenti gli effetti visivi dovuti all'uso degli split screen, anche se inevitabilmente invecchiati.

Pur abbastanza lento nella parte finale, rimane prezioso come un vino d'annata, la quintessenza del "lounge" cinematografico.

Da notare la Ferrari spider.

Ne è stato realizzato un discreto remake, GIOCO A DUE. Preferisco l'originale.