MCFARLAND

McFarland, California, 1987. Si è trasferito nel liceo della cittadina, dopo una grave intemperanza con la squadra che allenava in Idaho, il coach Jim White (Kevin Costner).

Dal confine col Canada a quello col Messico per fare l’insegnante, muovendosi insieme alla moglie Cheryl (Maria Bello) e alle figlie Julie (Morgan Saylor) e Jamie (Elsie Fisher).

Calati in una una cittadina abitata esclusivamente da ispanici impiegati nella raccolta di frutta e verdura. I ragazzi vanno a scuola dopo essersi alzati all’alba per lavorare.

Realtà che contrasta col quel suo cognome White. Un Blanco fuori posto nella calura estenuante della Baja California.

Tenterà di costruire una squadra di atletica con i suoi studenti,  dotati non solo di qualità fisiche ma anche di spirito di sacrificio e grande umanità.

Nella polvere delle colline, sotto le chiome degli aranci, su e giù dai cumuli di mandorle che stanno tutti attorno a McFarland si realizza qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato: sette raccoglitori che diventano corridori vincenti e un uomo bianco che diventa parte di quel mondo di raccoglitori.

MCFARLAND è un film sportivo ispirato ad una (bella) storia vera, quindi con una sceneggiatura praticamente già scritta, incentrato sui buoni sentimenti e sulla classica sfida apparentemente già persa in partenza.

Non è difficile prevedere le situazioni che si susseguiranno sullo schermo, ma trattandosi di un film incentrato sul riscatto sociale attraverso i valori di cui dovrebbe essere intriso lo sport, ci può anche stare.

Un luogo di confine e un uomo spinto ai margini della vita utili per confezionare un film molto molto americano sulla seconda possibilità che a ciascuno è offerta e sul fatto che il grande sogno continua, oggi come un tempo, ad essere accessibile a chi è disposto a soffrire per conquistarlo.

Produce la Disney e infatti si notano tutti i cliché del caso, ma si arriva piacevolmente alla fine, senza tempi morti e in qualche occasione riuscendo anche a commuoversi per le vicende personali dei protagonisti.

Bravo Kevin Costner, allenatore dai modi spicci, e ben scelti tutti i ragazzi. Buono.