Bruxelles, plumbea e ostile. Pericle Scalzone (Riccardo Scamarcio), è un «soldato» della camorra, agli ordini di don Luigi, un boss trasferitosi in Belgio, che ha il compito preciso di dare l'avvertimento alla vittima di turno che non vuole cedere svergognandola: niente spargimento di sangue, una botta in testa con un sacchetto pieno di sabbia e via con la sodomizzazione.
Un giorno, però, durante una spedizione punitiva per conto del boss, viene riconosciuto e fa fuori (apparentemente) la testimone, benvoluta dalla malavita.
Per lui è una condanna a morte che lo obbliga a scappare.
Troverà rifugio e un lampo di normalità tra le braccia di Anastasia, una madre separata con due bambini a carico, che lo accoglie senza giudicarlo e gli mostra la possibilità di una nuova esistenza.
Riuscirà l'imbambolato uomo che di lavoro "fa il culo alla gente" e non ricorda niente della sua infanzia a sfuggire a un passato ingombrante e pieno di interrogativi?
PERICLE IL NERO, diretto da Stefano Mordini è un noir italiano in cui l'oscuro lavoro del protagonista è parallelo alle plumbee atmosfere belghe e francesi in cui il film è ambientato.
In questo contesto il personaggio principale, in maniera tortuosa e non priva di contraddizioni, tenta un percorso di redenzione affrancandosi dalla violenta realtà di cui è intrisa la sua vita.
Film pregevole per stile di narrazione e ambientazione e segnato dall'efficace prova di Riccardo Scamarcio, piuttosto in parte e sorprendentemente bravo, nonostante la regia non faccia nulla per aiutarlo.
Qui è particolarmente trasandato, con il viso spento, i lineamenti
stanchi e conferisce così al suo personaggio grande credibilità, anche
recitativa. La delusione esistenziale emerge bene anche nei suoi
entusiasmi mancati, o nella speranza trattenuta di un futuro possibile.
Mi chiedo solo perchè tanti (troppi?) dialoghi in francese.