I MASTINI DELLA GUERRA

USA. Il ruvido mercenario James Shannon (Christopher Walken) un incarico del genere non se lo sarebbe neanche sognato.

Nell'ordine: provocare e capeggiare un colpo di Stato nel neonato Zangaro (Africa occidentale), spodestare il tiranno nero e quindi tenere in caldo il trono esotico per un colonnello bianco legato a Drew Bradley (Tom Berenger), capoccia di una multinazionale mineraria interessatissima alle miniere di platino dello staterello.

Comunque il soldataccio non ha la brutta abitudine di discutere davanti ai soldi, e quelli dell'industriale Endean sono proprio tanti.

Che terribile sudata, tra caldo e pallottole per guadagnarsi la pagnotta.

I MASTINI DELLA GUERRA è un decente intreccio di avventura, poliziesco, spionaggio e politica, più o meno fantasy, che coinvolge un paio di ottimi attori, non tanto vagamente ispirato alla vicenda dello stato africano dell'Uganda e del suo dittatore Amin Dada.

La pellicola è più godibile nella prima parte, con la preparazione della spedizione e l'inquadramento dei personaggi, mentre nella seconda si cade un po' nella routine del cinema bellico.

Il film, cinico e crudele come quasi tutti i suoi personaggi, mette il dito nell'eterna piaga del colonialismo, denunciando lo spegiudicato senso degli affari delle multinazionali, disposte a corrompere anche Madre Teresa.

Nel complesso comunque uno spettacolo abbastanza godibile.