HIGHWAYMEN

Usa. Ha visto morire sotto i suoi occhi la moglie di rosso vestita il povero Rennie Cray (Jim Caveziel), investita da un pirata della strada.

Altro che guidatore imprudente: il tizio che sfreccia a bordo di una Chevrolet Eldorado verde del 1972 lungo le strade americane è uno psicopatico che si diverte ad uccidere ignare donne.

Assetato di vendetta, la caccia con motore truccato a chi l'ha privato della donna che amava dura anni tra rimesse dismesse, stazioni di servizio arrugginite, capanni isolati, recinti spettrali in cui finiscono accatastate le vecchie automobili, strade deserte. 
Un duello di spinterogeni, carburatori, cilindri e accelerazioni con l'omicida: tale Fargo, mostruoso killer biomeccanico il cui corpo mischia pezzi di anatomia umana e parti artificiali.

Sulla strada di entrambi capita la bella e piagnucolosa Molly, colpevole solo di avere assistito a una strage automobilistica.

Quando finalmente lo troverà, insieme ingaggeranno una sfida all'ultima goccia di benzina.

HIGHWAYMEN è un b-movie diretto dal regista Robert Harmon (The hitcher), un road movie non privo di qualche fascino che filosofeggia sulla fusione uomo-macchina, ideologicamente (la velocità) e fisicamente (i due si affrontano su due automobili da "feticisti").

Non aspettatevi, però, una produzione hollywoodiana ma un onesto low budget dalla trama essenziale (il cattivo, la vendetta, il duello finale), dialoghi scarni e le inespressive intepretazioni degli attori, veramente scialbe, che lasciano il campo alle vere protagoniste: i bolidi che corrono sulla strada.