IN TRANCE

Londra. Simon (James McAvoy) è un giovane assistente in una prestigiosa casa d'aste. Sepolto dai debiti di gioco e costretto a vivere con un misero stipendio pur lavorando a contatto quotidiano con oggetti d'arte di inestimabile valore, decide di unirsi a un gruppo di ladri esperti comandati da FRank (Vincent Cassel) e trafugare un Goya.

Il furto sembra procedere secondo i piani, fino a che Simon, inspegabilmente decide di agire  secondo la propria iniziativa  e viene colpito duramente alla testa, entrando in coma.

Svegliatosi in stato di amnesia totale e unico a conoscere il nascondiglio del prezioso bottino, Simon viene torturato dai suoi complici, certi del suo tradimento, ma, incrollabile nonostante le terribili sevizie fisiche, riesce a convincere i suoi compari della realtà della propria condizione.

La squadra allora decide di rivolgersi a uno specialista. Simon sceglie di farsi curare dall'affascinante e scaltra dottoressa Elisabeth Lamb (Rosario Dawson), esperta di ipnosi, ma più la donna si addentra nella mente dell'uomo più il mistero, anziché dipanarsi, s'infittisce.

Un mistero che si fa di volta in volta più intricato.

IN TRANCE  è un thriller-noir di ottima fattura e ben recitato. La mano di Danny Boyle, che una serie di grandi successi ha portato sull'Olimpo dei registi più apprezzati dell'Academy di Los Angeles (opere come The millionaire e 127 ORE) al solito è sicura nel dosare azione e suspance, mantenendo il ritmo ad alti livelli.

Danny Boyle torna ad esplorare le alterazioni degli stati mentali, in un film-puzzle ed onirico, in cui i piani della realtà, della menzogna, della veglia e del ricordo sono fatalmente avvolti su se stessi in una spirale in cui spesso diventa difficile orientarsi.

Da segnalare l'ottima performance dei protagonisti, tra cui Vincent Cassell ancora una volta a suo agio nei ruoli drammatici, gli abiti sartoriale di McAvoy e la bellezza (totally naked) superlativa di Rosario Dawson, splendida e sensuale, concentrata in una nudità pre-goyana.