NIDO DI VESPE

Francia. E' il 14 luglio, festa nazionale. Una squadra mista, composta da un gruppo d'élite di poliziotti italiani, tra cui Giovanni (Valerio Mastandrea) e francesi, e comandata dall'esperta Helène Laborie, sta scortando a Strasburgo su un blindato Abedin Nexhep (Angelo Infanti), un sanguinario esponente della mafia albanese che deve essere processato dalTribunale per i Diritti Umani.

Contemporaneamente, alla periferia della stessa città, cinque ladruncoli stanno tentando il colpo della vita provando a rubare centinaia di costosi computer portatili da un capannone industriale.

Proprio mentre il cielo è illuminato dai fuochi d'artificio della ricorrenza, il blindato, dopo essere sfuggito ad un'imboscata tesa da un esercito di killer e tirapiedi al servizio del potente capo, ripara nel deposito di computer.

Attaccati da ogni parte, guardie e ladri, pur rimanendo sospettosi gli uni degli altri, saranno costretti ad allearsi e combattere fianco a fianco e unire i loro sforzi per cercare di uscirne vivi.

NIDO DI VESPE  è quasi un restyling del carpenteriano ASSAULT ON PRECINT 13 (una pellicola d'assedio probabilmente anche superiore al remake vero), di cui prende di peso pure i corpi a terra fatti sparire dal nemico "invisibile".

Citando a più non posso Carpenter e Peckinpah (per tacere de I magnifici sette, il cui celebre refrain viene fischiettato dalla banda di ladri prima del colpo), il regista Siri, puntando in alto, si dimostra un regista coi fiocchi e tutta la prima parte della preparazione è bellissima, compresi i fuochi artificiali nel cielo notturno, le scene d'azione sono ben girate, il ritmo è sostenuto ma la sceneggiatura non dimentica una discreta caratterizzazione psicologica dei personaggi.

Nel variegato cast, ben figurano in campi avversi anche i nostri Angelo Infanti e un credibile Valerio Mastrandrea.

Alla fine ne viene fuori un ottimo film di genere, cupo, opprimente ma mai banale: basti pensare all'implicita ed ambigua corrispondenza tra le vespe parassite del titolo, su cui viene mostrato in apertura un documentario, e gli albanesi che penetrano in Europa per liberare il loro capo (con maschere agli infrarossi che ricordano visivamente proprio le vespe antropomorfe suddette).

Politicamente scorretto, certo, ma in ottima compagnia nella migliore tradizione dell'action movie.

Adrenalinico.