ATM - TRAPPOLA MORTALE

Notte di Natale. Hanno lasciato la festa aziendale per tornare a casa insieme per il loro improvvisato primo appuntamento, i bancari David e la graziosa Emily (Alice Eve).

Purtroppo, come il classico dei guastafeste, si è unito alla coppia il loro collega Corey, che inoltre chiede di fermarsi a un bancomat per ritirare dei soldi.

All'improvviso, fuori dalla cabina in cui stanno provando a fare il prelievo, compare un uomo imbaccuccato in un eskimo subpolare che, immobile, li guarda a distanza. 

Le intenzioni dell'inquietante figura diventano chiare quando vedono uccidere a sangue freddo una persona che porta a passeggio il proprio cane.

Quello che dovrebbe essere una transazione di routine si trasforma in una disperata e feroce lotta per la sopravvivenza. 

Di notte e alle rigide temperature di dicembre, bloccati dietro alla vetrata del piccolo e claustrofobico ambiente, David, Corey ed Emily cercano di sfuggire ai continui attacchi dello sconosciuto psicopatico in eskimo.

L'obiettivo è arrivare al sorgere del sole per avere salva la vita.

Non sarà facile per i tre bamboccioni.
 
ATM - TRAPPOLA MORTALE  è un horror che, malgrado lo spunto iniziale tutto sommato non malvagio, non convince appieno visto che la logica viene continuamente presa a sberle (chi si sognerebbe di lasciare il cellulare in macchina?) e il livello di gore è casto e censurato.

Ciononostante ha una buona escalation claustrofobica e i brividi non mancano.

Dirigere un film in un unico ambiente e con pochi attori, è un banco di prova duro per tanti registi: lo è per quelli esperti, figuriamoci per un esordiente come David Brooks.

Pur ammettendo che la progressione "drammaturgica" dei fatti è abbastanza prevedibile sotto molti aspetti (ad esempio quando si iniziano a dare l'un l'altro la colpa dei fatti nda) la vicenda avvince e non può fare a meno di tenere alta l'attenzione dello spettatore come succede con i film girati in un luogo chiuso.

L'interpretazione migliore sembra però quella del killer. Agghindato manco stesse tra i ghiacci, non pronuncia neanche una sillaba e non viene mai inquadrato in viso in tutti gli 88 minuti di film.