MARK IL POLIZIOTTO

Milano. Guida con impeto la squadra narcotici il giovane ed istruito commissario Marco Terzi (Franco Gasparri), chiamato Mark dai colleghi per aver seguito un corso di specializzazione negli Stati Uniti.

Lo sbirro ha sentore che un noto professionista, tale Benzi (Lee J. Cobb) sia in realtà l'insospettabile capo di una gang di spacciatori dedito al traffico di droga all'ingrosso.

Purtroppo i suoi metodi spicci, uniti a pistolone fuori ordinanza e jeans, non piacciono al questore (Giorgio Albertazzi) che l'ammonisce: alla prima che mi fai ti sbatto a mettere timbri all'ufficio passaporti.

Pur avendo fiutato il giusto, con tenacia e senza libertà d'azione, sarà dura trovare le prove per incastrare il mascalzone.

MARK IL POLIZIOTTO, pellicola che entra di diritto a far parte di quel genere di cinema detto "poliziottesco" all'italiana, è uno scorrevole ed elementare poliziesco tutt'azione, che s'insinua furbescamente sulla scia sanguinolente dell'ispettore Callaghan, copiandone le efferatezze per la gioia dei tifosi dei giustizieri solitari

Il poliziotto di turno è l'insipido bellone Franco Gasparri, personaggio dal volto angelo ricordato e noto soprattutto alle lettrici della rivista GRAND HOTEL, in quanto, nella sua breve, causa prematura scomparsa in seguito ad un incidente, carriera artistica prese parte a molti fotoromanzi LANCIO.

Bisogna ammettere che il regista, Stelvio Massi, sa sempre dove mettere la macchina da presa, ma non basta.

Primo episodio di un trittico.