RAPINA A MANO ARMATA

Usa. Appena uscito dal carcere, il rude ma fascinoso Johnny Clay (Sterling Hayden)  mette a punto il colpo della vita: obbiettivo le ben fornite casse di un ippodromo, gonfie di dollari poco prima dei pagamenti della settima corsa.

A finanziare il minuzioso piano è il vecchio Marvin Unger, che ha ingaggiato tre scartine del posto, il pauroso e cornuto cassiere George Peatty (Elisha Cook jr.), lo scorbutico barista Mike O'Reilly e il corrotto sbirro Randy Kennan.

A completare il mosaico pensa Johnny, non svelando agli altri la figura del lottatore russo Boris, utile per scatenare una rissa, e il cecchino Nikki Arane: dovrà stendere il purosangue favorito all'ingresso dell'ultima curva.

Tutto liscio come l'olio e il bottino è grosso: due milioni di dollari.

Peccato che il maritino cornificato abbia svelato troppo all'avida moglie infedele Sherry.

Sorpresona finale.

RAPINA A MANO ARMATA (The Killing) è un memorabile poliziesco del giovane (non ancora trentenne nda) genio del cinema Stanley Kubrick, un notevole noir in forma di gangster movie che sarà in grado di influenzare, con la rottura della fluidità narrativa e la tradizionale successione temporale, una parte del cinema successivo del genere.

Un film secco, tagliente, senza orpelli né chiacchiere inutili che in poco più di 80 stringatissimi minuti, racconta la storia di una rapina dove la violenza e la manipolazione dei personaggi sono funzionali alla storia fino ad arrivare all' indimenticabile beffardo finale, deciso dal caso.

Inutile ricordare l'eclettismo del grande regista.

Il cast è tutto di livello, ma dinanzi ad un Sterling Hayden così, un volto di pietra a cui basta un'occhiata, non si può far altro che togliersi il cappello.