AMERICAN GANGSTER

New York, 1968. Alla morte improvvisa del boss Bumpy Johnson, il "padrino" che accoglie le suppliche di Harlem e distribuisce tacchini il giorno del Ringraziamento, Frank Lucas (Denzel Washington), il suo sveglissimo autista e gorilla è lesto ad impadronirsi del timone.

Il fresco gangster ha un senso del marketing molto moderno e un'idea che gli permetterà di sbaragliare ogni concorrenza (soprattutto la mafia italo-americana) nello spaccio della droga abbassandone il prezzo grazie all'acquisto diretto della merce in Thailandia, col favore del caos del conflitto vietnamita: un viaggio lampo nel sud est asiatico e con un primo carico di cento chili diventa il re della droga, senza appoggi né coperture.

I dollari arrivano a vagonate quindi acquista una megavilla per tutta la tribù (mamma, fratelli e cugini), unge i poliziotti infedeli, anche quelli un po' più rognosi come il detective Trupo (Josh Brolin), e sposa la candida Miss Portorico.

Richie Roberts (Russell Crowe), detective ebreo, sbrigativo ed incorruttibile della contea di Essex, sta divorziando dalla moglie, ha dimenticato di dire le preghiere e dà la caccia ai malavitosi e ai distributori di tacchini.

I destini del gangster e poliziotto, il primo elegante e impassibile, il secondo sciatto e infelice, si incroceranno sotto il ring del matche del secolo scorso: Alì-Frazier.

Sarà una guerra lunga e sanguinosa. Chi la spunterà?

AMERICAN GANGSTER è uno spettacolare e violento, non proprio trascinante, poliziesco del solido Ridley Scott, che mette in scena una storia vera, ovviamente arricchendone la trama come il buon cinema d'azione pretende. Anche quello colto.

Dentro una fotografia livida e bluastra, sotto un cielo che piove pioggia e neve, si fronteggiano due eserciti: da una parte i gangsters e i poliziotti corrotti della Unità Speciale della Narcotici, dall'altra gli agenti di Roberts, "puri" come l'eroina spacciata da Lucas. Da una parte il caos, dall'altra l'ordine.

Ottimi i due protagonisti che riescono a dare spessore a due personaggi diametralmente opposti ma in definitiva molto simili e ligi nella loro missione. Bravissimo Josh Brolin nella parte del poliziotto corrotto Trupo, che gira su macchine di lusso e veste con abiti firmati.

Lungo, imperfetto ma godibile.