CANI DI PAGLIA

Blackwater, Mississippi (USA). E'  tornata da Los Angeles nel rurale paesello d'infanzia la bionda attricetta tv Amy (Kate Bosworth) con il mite maritino David (James Mardsen), brillante sceneggiatore, ricco, colto e dalle buone maniere.

Ritrova gli amici di un tempo, soprattutto l'ex fidanzato Charlie (Alexander Skarsgard), un tempo giocatore di football e quindi al centro dell'attenzione di tutto il paesello, oggi tristanzuolo ed anonimo capomastro della squadra che deve riparare il tetto.

La coppia dei giovani sposi suscita da subito invidia con la loro perfezione. I rozzi operai, e la gente del posto, guardano torvo lui e vogliosi lei.

Qui tira brutta aria, fino al precipitare della situazione con comportamenti ambigui, provocazioni e infine con la violenza più barbara e truce.

CANI DI PAGLIA (STRAW DOGS) è la rimasticatura (o remake, per chi parla la lingua della Perfida Albione nda) del celebre film di Sam Peckinpah di decenni (1971) prima ad opera del regista Rod Lurie (IL CASTELLO), spostando l'ambientazione dalle brumose campagne inglesi alla provincia americana.

Anche qui tanta violenza immersa in un atmosfera disturbante e ansiogena, ma poca tensione (inesistente per chi conosce già la storia, chiaramente).

L'odio genera cieca violenza e l'uomo viene trascinato in questa spirale che si trasforma in una lotta per la sopravvivenza tra belve.

Con questa pellicola capiamo finalmente il significato di "cani di paglia". Erano quei cani realizzati in paglia che venivano offerti agli dei ed adorati negli antichi rituali cinesi; quando poi non servivano più, venivano buttati via e calpestati.

Il dimesso James Marsden, pur se basso ed occhialuto come lui, non vale un'unghia di Dustin Hoffman.

L'incanutito James Woods troppo sopra le righe.