NON SI SEVIZIA UN PAPERINO

Accendura (Lucania). C'è più incredulità che terrore nel paesino sperduto tra i campi allagati dal sole e le montagne, tra cui si stanno insinuando grandi stradi ed enormi viadotti, quando viene trovato il cadavere di un bambino: purtroppo è stato ucciso.
Il primo sospettato a finire nelle mani dei carabinieri è Filippo Barra, un innocuo malato di mente, lo scemo del villaggio, che viene scagionato non appena si verifica un nuovo omicidio.

Nel frattempo, giungono dalla città il cocciuto giornalista della Notte Andrea Martelli (Tomas Milian) e l’avvenente e spregiudicata milanese Patrizia (Barbara Bouchet), ricca figlia di un impresario che ha fatto fortuna al nord, che alloggia nell’unica lussuosa residenza di tutto il paese.

Mentre l'inquieta giovane, ricca, giovane e bella, osservata con sospetto per la sua estraneità alla miseria di quel mondo, cerca d’isolarsi dagli altri, Andrea segue le indagini assieme al Tenente in carica ed al maresciallo che lo affianca, mentre altri mostruosi delitti vengono consumati .

Il giovane, dolce ed attivissimo don Alberto (Marc Porel) invita i ragazzini dell'oratorio a stare in guardia.

Ma là dove il progresso si sta prepotentemente facendo strada rimane in vita la retrograda ed ottusa mentalità di provincia, fatta di superstizioni ed irrazionali credenze.
Infatti gli indigeni guardano con diffidenza una mezza matta, la selvaggia e ispida fattucchiera, la Maciona (Florinda Bolkan), che vive in una grotta con il solitario zio Francesco. E' stata lei!
Accusata dell'assassinio di tre ragazzini confessa, ma non è colpevole.

Troppo tardi. Occhio, è l'ultimo dei sospettabili.

NON SI SEVIZIA UN PAPERINO è un thriller montanaro diretto da Lucio Fulci, che, malgrado si diverta a seminare falsi indirizzi per confondere le idee dello spettatore e compiacersi troppo nel ricorso al raccapricciante, non rinuncia ad ambizioni sociologiche. L'intreccio giallo vero e proprio è chiaramente subordinato alla volontà di creare un quadro sociale particolarmente curato.

Anche la fotografia fa la sua parte. La ripresa della superstrada che si snoda tra le colline ad esempio è uno stupendo messaggio visivo sull'avanzare del progresso in terre desolate.

Davvero ottimo il cast: Milian, lo spigoloso fascino di Florinda Bolkan e la seducente Barbara Bouchet strepitosi (in minigonna addirittura abbagliante). Molto suggestiva l'ambientazione rurale e solare.



Un buon film che non cessa di avvincere lo spettatore.