2022: I SOPRAVVISSUTI - SOYLENT GREEN

New York, 2022. Il quadro della futura Grande Mela è allucinante: povertà, carestia, sovrappopolazione, il tutto avvolto in un sudario provocato dal surriscaldamento del pianeta (profetico?), un atroce calura.

Gli abitanti, 40 milioni, in questo livido presente di miseria hanno ormai dimenticato cosa sia il sapore e l'odore del cibo vero e si cibano di un plancton sintetico, il "soylent verde, prodotto dall'odiosa e monopolista multinazionale, altro che fettina di vitello, frutta e verdura: roba da ricchi.

Ma quale mistero si cela dietro alla sua fabbricazione?
Di che cosa è fatto l'insipida tavoletta verde?

L'uccisione del ricco dirigente Simonson, porterà il sudaticcio poliziotto Thorn (Charlton Heston) e il suo collaboratore anziano Sol Roth (Edward G. Robinson) a indagare sul caso.

Il testardo sbirro con residuo di coscienza farà un'agghiacciante scoperta.

2022: I SOPRAVVISSUTI è un bell'esempio di fantascienza classica (completamente priva di effetti speciali), solidissima e in technicolor, che appare solo un po' invecchiato (siamo negli anni settanta nda) laddove mostra gli usi e gli ambienti dalle classi agiate (il cabinato di Computer Space in salotto quale simbolo di modernità e ricchezza...), mentre mantiene tutta la sua potenza (profetica?) nella rappresentazione di un mondo inquinato, surriscaldato e sovrappopolato nel quale l'uomo ha esaurito tutte le risorse naturali condannando anche se stesso ad una vita di miseria e fame, privo di qualsiasi aspettativa. I famosi "limiti dello sviluppo".

Bellissima la sequenza iniziale sui titoli di testa con le immagini, una serie di fotogrammi, di non più di 30 secondi, che riesce già a spiegare cosa è successo all’umanità, partendo da situazioni bucoliche e arrivando al disastro ambientale.

Efficiente il duro Charlton Heston, capace anche di piangere,  mentre risulta commovente e meraviglioso Edward G. Robinson nel finale, nella sua ultima interpretazione poco prima della morte.

Più che l'azione, piuttosto confusa, conta l'atmosfera splendidamente resa all'insegna di un forte pessimismo ecologico sul Medioevo prossimo venturo.

Il finale?

Un pugno nello stomaco.