LOOPER - IN FUGA DAL PASSATO

Kansas, 2044. Un uomo in piedi, solo, in mezzo alla campagna sconfinata. Vicino a lui, le prime spighe di un immenso campo di grano. Di fronte a lui, un lenzuolo bianco.

L'uomo è ben vestito, pettinato, distinto. In una mano ha un orologio che consulta spesso e con impazienza. Nell'altra una spingarda.

Joe (Joseph Gordon-Levitt) è un Looper, ovvero un killer che lavora per la mafia dell’ulteriore futuro. Elimina persone mandate indietro nel tempo dal 2074, anno in cui il viaggio nel tempo è stato scoperto ma subito vietato per legge. Ora è appannaggio della mafia che, come si sa, non si preoccupa dei divieti.

Le vittime vengono clandestinamente mandate nel passato, ove c'è un boss di fiducia che coordina le operazioni, per poi essere uccise così da non lasciare tracce del corpo nel futuro, in cui è diventato impossibile far sparire qualcuno per via di dispositivi traccianti.

Siccome però i looper stanno in costante contatto con la criminalità, e dunque arrivano a conoscere troppe cose, arriva anche per loro il momento di "farsi da parte". Per tale motivo dopo anni di onorato servizio, la mafia nel 2074 cattura il looper "vecchio" e lo rispedisce nel passato (carico d'oro come pagamento) per farlo uccidere dal se stesso giovane.

Questo auto-eliminare il futuro se stesso si chiama chiudere un loop. Chiuso un loop, il looper se la spassa per gli anni che gli restano con l’oro ricevuto dalla sua auto-esecuzione. Rifiutarsi di chiudere il loop comporta la morte.

Un giorno Joe si trova a dover chiudere il suo loop, ma si trova davanti il se stesso del futuro (Bruce Willis) non incappucciato e legato come al solito, e tutta la vicenda diventerà molto complicata.

LOOPER è un eccellente sci-fi, intenso ed emotivamente devastante, che parla di viaggi nel tempo e telecinesi, un action nel quale si contano decine di cadaveri  e un noir postmoderno con un occhio al western.

Il regista Rian Johnson sembra aver attinto a piene mani anche a TERMINATOR e a Philip K. Dick, miscelando il tutto con un bel ritmo, senza eccessiva frenesia ma anzi dosando bene i tempi tra scene d'azione e scene di dialogo.

Se Bruce Willis, in un ruolo che rimanda a quello di L'ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE, è come sempre carismatico, non da meno è Joseph Gordon-Levitt, che è stato pesantemente truccato in volto (niente effetti speciali quindi ma solo vecchio e caro make-up) per avere i connotati più simili possibile ad un giovane Willis, creando questa situazione un po’ straniante (e anche un po' grottesca).

Nel cast anche una brava (e bella) Emily Blunt, abbronzatissima e biondo miele.


Notevole pure il lato B di Piper Perabo, mostrato in un paio di sequenze.