L'ANNO DEL DRAGONE

New York. Per mettere ordine a Chinatown, nelle mani della criminalità asiatica, arriva il pluridecorato capitano della polizia Stanley White (Mickey Rourke).

Lo sbirro, assicurandosi l'appoggio della stampa grazie alla complicità di una avvenente giornalista cinese, indice una solitaria crociata contro il sistema mafioso del quartiere.

Infatti l'aggressivo piedipiatti se ne frega dei patti tra agenti corrotti e malavitosi con gli occhi a mandorla della vecchia guardia e della giovane Triade, come l'astro nascente Joey Tai (John Lone).

Ma è una battaglia che White, dai modi spicci e decisi, combatterà da solo.

L'ANNO DEL DRAGONE è un eccitante, elegante e violento, poliziesco sul racket dell'Estremo Oriente, diretto dall'incostante Michael Cimino (sceneggiatura di Oliver Stone) con una regia rigorosa e impeccabile tra piani sequenza e movimenti basculanti della cinepresa, e attraverso un sapiente uso dello spazio scenico a cavallo tra tradizione ed eclettismo.

La violenza spregiudicata della mafia, ma anche quella repressa di chi la combatte con impeto libidinoso, è vivida e tangibile. Ma non è mai gratuita.

Scandalosamente candidato a diversi Razzie Awards.

Torna il Vietnam, come nell'insuperabile IL CACCIATORE, anche se solo come incubo latente insito nel passato del protagonista.

L'ambientazione dentro cui si muove l'eroe (quasi) solitario è curatissima.

Sembra incredibile ma Mickey Rourke all'epoca era un talentuoso attore. Con i fiocchi.