ROMANZO DI UNA STRAGE

Milano, 12 dicembre 1969. Fa una strage la bomba alla Banca dell'Agricoltura di Piazza Fontana: diciasette morti e ottantotto feriti.

La polizia, in piena tensione, ferma, tra gli altri, Giuseppe Pinelli (Pierframcesco Favino), un ferroviere milanese. Marito, padre e anarchico anima e ispira il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa.

Luigi Calabresi (Valerio Mastrandea) è vice-responsabile della Polizia Politica della Questura di Milano. Marito, padre e commissario segue e sorveglia le opinioni politiche della sinistra extraparlamentare. Impegnati con intelligenza e rigore su fronti opposti, ostinati e contrari, si sono sempre incontrati e scontrati tra un corteo e una convocazione in questura.

Questa volta il gioco è più duro e l'anarchico, interrogato per tre giorni, si trova a respingere con forza le accuse del commissario. Ma allora chi è stato?

Pinelli muore in circostanze misteriose, precipitando dalla finestra dell'Ufficio di Calabresi. Assente al momento del tragico evento, il commissario finisce per diventarne responsabile e vittima.
Finendo la sua esistenza sull'asfalto chiazzato di rosso. Sangue.

ROMANZO DI UNA STRAGE è un appassionante dramma di Marco Tullio Giordana, che ricostruisce (secondo lui, ovvio nda) una delle più cupe pagine di storia italiana, mettendo in scena una miriade di personaggi, che rischiano di confondere il pubblico più giovane (ma ci sarà stato in sala il pubblico più giovane?).

Il film tiene comunque bene, la tensione c'è, anche se manca la rappresentazione della follia risoluta di Lotta Continua e degli intellettuali annessi, da sempre disponibili a firmare per cattive cause perse, campagne d'odio verso i servitori dello Stato, colpevoli a prescindere, come direbbe Totò. Che almeno faceva ridere.

Lascia inoltre perplessi la teoria delle due bombe: quella anarchica per far rumore (che buontemponi questi anarchici) e quella "cattiva" neofascista per uccidere. Bah!

Eccellenti le ricostruzioni di ambienti e convincenti i due protagonisti, Favino e Mastandrea, due anime sacrificabili alla ragion di stato.