FUORI CONTROLLO

Boston. Thomas Craven (Mel Gibson), vedovo, è un detective della omicidi del Boston Police Department.

Un giorno la figlia ventiquattrenne Emma va a trovarlo e viene uccisa da un killer su un'auto in corsa davanti a casa mentre si trova al suo fianco. Morta tra le braccia del padre.

Chi ha cercato di impallinare il rude sbirro, big della squadra omicidi?

Il primo sospetto cade su possibili nemici di Thomas.

Ma l'angosciato padre non accetta supinamente questa semplice ipotesi e prende ad indagare per proprio conto, scoprendo che era proprio la ragazza, dalla doppia vita, la vittima designata.

Inciampando in una compagnia in collusione col governo.

FUORI CONTROLLO è un convenzionale poliziesco, ispirato a una serie tv inglese diretta dallo stesso regista Martin Campbell, gonfio di mascalzoni più che di tensione. Perché il plot di base è decisamente già visto con un padre che infrange la legge pur di scoprire cosa stia dietro l'uccisione di un figlio o di una figlia e, per quanto accortamente disseminato di piccoli o grandi colpi di scena, potrebbe annoiare lo spettatore.

Bisogna però riconoscere che nell'aggrovigliato, violento intrigo di doppiogiochisti e corrotti, il dolente protagonista Mel Gibson sa offrire al suo detective impegnato nell'indagine più dolorosa della vita una serie di sfumature che segnano la vicenda come un percorso di riavvicinamento alla figlia che passa attraverso un odio che è sublimato dalla sofferenza interiore.

Magari anche attraverso gli sguardi e i gesti di un padre in cui si legge l'abisso di una perdita e l'odissea emotiva, con un sottofondo misto di disperazione e dolcezza.