WRONG TURN 4 - LA MONTAGNA DEI FOLLI

Virginia, 1974. Nel manicomio sperduto fra i monti sono trattenuti violenti pazienti, che riescono ad evadere grazie a tre fratelli deformi, affetti da una rara malattia per cui non avvertono dolore. Inoltre non disdegnano, anzi, la carne umana.

E per i malcapitati medici il festival delle aberrazioni (ai loro danni, ovvio) non sarà propriamente divertente.

Passa qualche anno e una comitiva di baldanzosi giovani, agili e tranquilli, nel tentativo di raggiungere uno chalet per trascorrere le vacanze e una volta smarritasi tra i boschi, colti di sorpresa da una bufera di neve, trova rifugio per la notte proprio nell'infernale sanatorio.

Che fine farà la comitiva scema?

WRONG TURN 4 - LA MONTAGNA DEI FOLLI è il quarto capitolo della saga che si svolge, stavolta, in una ambientazione simil-Shining, episodio grondante (di sangue) che si intreccia col filone sui manicomi/ospedali abbandonati.

Il film è generosamente splatter: pelli strappate, arti divelti e litri di sangue rendono il film sicuramente il più sanguinoso della serie. Bisogna riconoscere che il regista, Declan O'Brien, azzecca una bella serie di sequenze regalando al pubblico, all'inizio, delle gustose parentesi soft-core (anche lesbo) delle sensuali protagoniste, che per il resto hanno le espressioni contate.



Il film prosegue poi in modo piuttosto frizzante ma canonico, con la classica dinamica del gatto col topo, tipica del genere.




Tutto da gustare il beffardo finale.