IL PIANETA DELLE SCIMMIE

Anno 3978, in qualche posto nell'Universo. Vengono svegliati dal loro stato di ibernazione mentre la loro astronave precipita nel lago di un pianeta sconosciuto.
I sopravvissuti sono tre, visto che l'unico membro femminile dell'equipaggio è allo stato di mummia: il colonnello George Taylor (Charlton Heston), Landon e Dodge.

E adesso? Andiamo di là!

Dopo avere vagabondato per un territorio montuoso fanno il loro primo incontro: questi sembrano uomini, anche se primitivi.

Neanche il tempo dei convenevoli che una pattuglia di scimmie a cavallo (?) piomba sul gruppo. Dodge è colpito da una pallottola, mentre Taylor e Landon vengono catturati. Taylor viene ferito alla gola, e questo gli impedisce temporaneamente di parlare.

Portati nella città delle scimmie vengono trattati come animali, neanche da compagnia.
E qui che Taylor realizza che le scimmie (intelligenti) dominano il pianeta e gli umani, che non sanno neanche parlare, sono trattati come animali utili solo per esperimenti scientifici (e Landon ne fa le spese).

Per fortuna di Taylor una scimmia della specie migliore (antifascista?), il dottor Zira e compagno, vede in lui qualcosa di diverso: quest'animale parla!

Dura sarà la lotta contro le verità rivelate, pregiudizi religiosi e pseudoscientifici, per salvarsi dalla lobotomizzazione, fino all'amara e crudele sorprendente verità.

IL PIANETA DELLE SCIMMIE rappresenta certamente un grande classico del genere fantascientifico, un ottimo esempio di cinema fantasy dai buoni contenuti (anche di tipo politico e sociologico, con una critica nemmeno così larvata della società umana) naturalmente influenzati dal periodo (siamo nel 1968, tra guerra fredda, paura nucleare e contestazione giovanile nda) .

Bisogna ammettere che tra discriminazioni razziali, ribaltamenti di potere, potere cieco e ottuso sembra di stare al giorno d'oggi.

Ottimamente realizzato dal punto di vista tecnico, il film si avvale di una pregevole sceneggiatura, di un'ottima regia che conferisce alla pellicola un grande ritmo, e di un valido cast sia della parte "umana" (bravissimo Heston, paradosso nel paradosso visto che è un conservatore nda) che della controparte scimmiesca.

Indimenticabile il potente e memorabile finale.