MILLENIUM - UOMINI CHE ODIANO LE DONNE

Stoccolma, 2005. Non può rifiutare l'ingaggio del vecchio ma ancora ricco e potente industriale svedese Henrik Vanger, il ruvido giornalista d'assalto Mikael Blomqvist (Daniel Craig), direttore della rivista scandalistica "Millenium" messo al tappeto da una condanna per diffamazione conseguente ad un’inchiesta temeraria su uno squalo della finanza.

Proprio grazie alla sua scrupolosità zelante e al suo recente rovescio (i nemici dei miei nemici sono miei amici...) gli hanno attirano le simpatie del ricco patriarca al tramonto che da tempo cerca la verità e il corpo della giovane nipote: indaghi per scoprire chi, quarant'anni fa, ha ucciso la mia nipotina Harriet.

Anche se nell'ovattata Hedestad, una cittadina battuta dal vento e assediata dall'inverno, non sembrano dei simpaticoni pronti ad aiutare l'investigatore nominato sul campo.

Ed ecco un formidabile alleato, la spregiudicata hacker punk dalle idee sessuali confuse ma virtuosa al computer, con un passato abusato e un presente intimidito.

Selvatica e bellicosa la diafana Lisbeth è attratta dalla riservatezza e dall'integrità di Mikael, che seduce, corteggia e prova a far innamorare. Fuori dal letto e dalla loro intesa intanto i fantasmi del passato si risvegliano e provano a ostacolarne l'indagine e a minacciarne la vita.

MILLENIUM - UOMINI CHE ODIANO LE DONNE è un discreto thriller poliziesco, cupo e gelido, che  il regista David Fincher trae dal film con il medesimo titolo e targa nordica, allungando il brodo di un quarto d'ora di troppo.

Il Fincher migliore dirige con uno stile sontuoso (a partire dai titoli di testa che sono visivamente semplicemente  incredibili, da urlo).

Il personaggio di lei, ancorché ben interpretato, è troppo stereotipato e poco credibile (informaticamente onnipotente) ma il suo lato drammatico rappresenta la componente più riuscita, compreso il coraggio di certe scene da pugno nello stomaco.