CARNE TREMULA

Madrid, 1970. Proprio mentre il Generalissimo Francisco Franco emana il decreto che proclamava l'abolizione di libertà o diritti, lo stato d'emergenza su tutto il territorio nazionale, nasce Victor, da madre di facili costumi (Penelope Cruz) su un autobus fuori servizio diretto all'ospedale.

Vent'anni dopo. Resta di sale l'ormai ventenne Victor (Liberto Rabal) quando bussa alla porta della ricca e viziata Elena (Francesca Neri). Ma come, una settimana fa mi hai amato con passione nel bagno di una discoteca  e oggi mi spiani la pistola in faccia?

L'inizio della tragedia che segnerà la sua vita: uno sparo fa accorrere, chiamati dai vicini, i poliziotti David (Javier Bardem) e Sancho (Josè Sancho), afflitto da doloroso mal di corna curato dall'alcol, visto che la moglie Clara (Angela Molina) lo tradisce proprio con il collega.



La maxirissa si conclude con David in ospedale e Victor in galera, anche se a ferire il piedipiatti con una pallottola in apparenza vagante, che lo rende paraplegico, è stato il collega.

Quattro anni dopo l'innocente condannato esce, e mentre medita la vendetta, scopre che Elena ha sposato l'ex poliziotto sulla sedia a rotelle nel frattempo divenuto un campione di basket (per disabili, ovvio).

Meglio, ci sarà più gusto. Intanto faccio pratica con Clara, esperta amante ed infelice moglie.



CARNE TREMULA è un bizzarro melodramma, una storia di pallottole vaganti e di tradimenti incrociati, ben scritto e diretto, che riesce a coinvolgere lo spettatore per tutto l'arco della sua durata, anche quello (come me nda) meno amante del regista spagnolo Pedro Almodovar, che racconta trent'anni di storia spagnola con il suo stile ricco di invenzioni stilistiche.

La nostra Francesca Neri ci mette la sua splendida silhouette. Immagino che molti di questo film ricorderanno solo il sesso tra il disabile e la Neri (inevitabilmente un cunnilingus).

Gli astiosi riferimenti politici del regista  si condensano nella frase, detta dal giovane protagonista (la constatazione di un lieto fine?), che oggi, oltre un quarto di secolo dopo, "la Spagna non ha più paura".

Avvisate il regista: in tempi di spread e bolle immobiliari forse non è più così.