LA NOSTRA VITA

Roma. Claudio (Elio Germano) è un capomastro edile quasi trentenne che lavora nei cantieri della periferia romana e vive con l'adorata moglie Elena (Isabella Ragonese) e i due figli, in attesa del terzo.

Un solo stipendio. Ieri sarebbe stato definito un proletario, oggi è un aspirante borghese piccolo piccolo che vive in un trilocale di borgata romana, dove i centri commerciali hanno preso il posto delle piazze.

Tuta giallorossa, sogna la Sardegna.

E' sconvolto ed impreparato quando l'amata donna muore di parto, proprio mentre sta dando la vita al piccolo Vasco.

Per fortuna, oltre al fratello timidone Piero (Raoul Bova), c'è la sorella sposata Loredana (Stefania Montorsi) a prendersi cura dei tre pargoli.

Incapace di fronteggiare il dolore (ma chi lo sarebbe?), si mette in testa di dover risarcire i figli, dandogli tutte quelle cose che, se non altro, si possono comperare.
Cambia così rotta e si infila così in un affare più grosso di lui, dalle ripercussioni economiche e morali. Decide di mettersi in proprio, ricattando l'appaltatore palazzinaro mediamente ricco (Giorgio Colangeli), che ha nascosto la morte sul cantiere di un poveraccio.

Guai in vista, ma cosa non si fa per i figli.

LA NOSTRA VITA del poco prolifico Daniele Luchetti è un ambizioso ed emozionante dramma socialfamiliare che racconta un'amara storia proletaria dei nostri giorni, tra lavoratori precari, piccoli evasori fiscali, consumismo spinto e i soldi che non bastano mai.

Peccato per le durezze stemperate dal finale, poco realistico anche in un paese familista, e per qualche incongruenza (la polizia non si accorge del vistoso pusher in carrozzella Luca Zingaretti).

Da applausi Elio Germano, che ha la faccia e ormai l'esperienza per un personaggio sofferente e rude, e per una battuta da Oscar: noi lavoriamo in nero, siamo gente per bene.