SIGNORI SI NASCE

Napoli, primo novecento. Il barone Ottone Spinelli degli Ulivi, detto Zazà (Totò) è un ozioso gaudente che passa le giornate al circolo e vive in albergo grazie a un vitalizio.

Ha un ricco, attivo e parsimonioso fratello, Pio (Peppino De Filippo). I fratelli Spinelli sono agli antipodi. Il primo è uno spendaccione, sempre inseguito dai creditori, troppo sensibile al fascino femminile; il secondo è un morigerato ed integerrimo signore, concreto e lavoratore, titolare di una sartoria ecclesiastica.

Per carpirgli danaro, Ottone inventa ogni tipo di espediente, tipo firmare le cambiale date per tacitare i creditori con la firma del fratello, fino a quello di portargli in casa Patrizia, una bella ballerina (Delia Scala), spacciandola per sua figlia, frutto di una relazione giovanile.

SIGNORI SI NASCE è una divertentissima farsa dal sapore antico ambientata nell'Italietta di inizio secolo scorso, dipanandosi attraverso una serie di equivoci, per giungere al classico lieto fine.

Dalla sceneggiatura dei già attivi Castellano e Pipolo, il regista Mario Mattoli cava il meglio del repertorio di Totò. Se la sceneggiatura ogni tanto prende una pausa, ci pensa lui a accendere la luce, sparando una battuta dietro l'altra con una parlata dall'accento classico dei nobili gagà di un certo meridione.

E con una spalla come Peppino, che tiene tranquillamente il passo, diventa tutto più facile. Infatti memorabili sono i duetti dei due protagonisti con macchiettoni che hanno colore, vivacità meridionale e arguzia ("Signori si nasce e, modestamente, io lo nacqui"), in una continua girandola di battute.

Da segnalare anche un Carlo Croccolo di livello e un' affascinante Delia Scala.