ASSASSINIO SULL' EIGER

Zurigo. Jonathan Hemlock (Clint Eastwood) è un collezionista d'arte dalla doppia vita. Insegna storia dell'arte al liceo, coltivando due hobby pericolosi per la salute: alpinismo e omicidi. Per la CIA. Gli omicidi, chiaramente.

L'ultimo incarico, accettato per soldi e per vendicare la morte di un ex collega (unire sempre l'utile al dilettevole...), è un vero concentrato di difficoltà:  “sanzionare” l'ultimo  responsabilie dell'uccisione durante un'ascensione sulla parete nord dell'Eiger (la più difficile parete delle Alpi svizzere nda).

Il problema aggiuntivo, oltre quello logistico, è che della spia non si conosce l'identità.

Per il duro Clint Eastwood, che dirige se stesso per la quarta volta, l'ascensione alpina è come salire le scale di casa.

Dimenticando l'aspetto balzano della faccenda (l'agente che per uccidere il nemico può farlo solo scalando una montagna!?), il film è un thriller teso e spettacolare tra le magnifiche vedute delle vette montane (prima in USA poi in Svizzera), in una commistione tra thriller, spionaggio e cinema avventuroso.

Oltre a solleticare il suo esibizionismo atletico e la possibilità di filmare in Panavision e in modi insoliti i picchi rocciosi della Monument Valley, Clint qui  sembra molto più loquace e spiritoso che in tutti i suoi altri film, forse involontariamente ispirato al James Bond di quegli anni, Roger Moore.