THE DAY AFTER TOMORROW - L'alba del giorno dopo


Washington. Il climatologo Jack Hall (Dennis Quaid) lancia l'incredibile allarme: la Terra sta per essere sconvolta da una nuova era glaciale.

Chicchi di grandine delle dimensioni di un ananas che bombardano il centro di Tokyo. Un’onda mostruosa che si abbatte su Manhattan travolgendo ogni ostacolo. Los Angeles devastata da un tornado. New Delhi sotto la neve.

Si, probabilmente il professore ha visto giusto.

A New York, avvolta da una tempesta di neve, il figlio diciassettenne dello scienziato, Sam (Jake Gyllenhaal), si rifugia nella biblioteca pubblica di Manhattan circondata da lupi ululanti: bruciamo i libri o diventeremo ghiaccioli.

Chiassoso e mulmimilionario (in dollari) dramma fantascientifico diretto dallo specialista Roland Emmerich che fa propria l'ormai celebre teoria del global warning.

THE DAY AFTER TOMORROW  però  affonda sotto il peso del ridicolo senza mai accendere la tensione, malgrado il fatto che, come in ogni buon disaster-movie che si rispetti, il pedale dell'esagerazione è premuto costantemente a tavoletta.



Nello spreco di effetti emerge qualche tocco di ironia: i profughi americani clandestini in Messico e i bisticci sui volumi da sottrarre alle fiamme.

Ma è il film da buttare nel camino. Come il Capitale di Karl Marx.